Paesi difficili – aggiornamenti
Lo scrivevo tempo fa,il Passaggio “Paesi difficili” è del febbraio 2016,ci sono posti al mondo dove è molto meglio starne alla larga,agire con estrema prudenza,nel dubbio lasciar perdere,semmai visitarli come turista in viaggi organizzati con tanto di guida e anche in questo caso non lasciarsi molto andare,evitare assolutamente indagini giornalistiche e soprattutto parlare con esponenti politici,sindacali,con le opposizioni,ma anche con la popolazione per sapere a che punto è la situazione dei loro diritti,di quelli delle minoranze,di quelli delle donne nei paesi islamici,tutte le volte che qualcuno a livello giornalistico o di semplice ricerca ci ha messo gli occhi o ci ha lasciato le penne,vedi Ilaria Alpi oppure Sergio Regeni,o quando va di lusso ci è costato giorni di trattative e forse anche un sacco di soldi in termini di contropartita per il loro rilascio o scarcerazione.L’Iran è uno di questi posti.Visitato anni fa mi ha dato subito l’impressione di uno stato dove è molto meglio non sgarrare e non uscire dai suoi binari stabiliti anche se come turista sei certamente il benvenuto.La situazione in quella regione del mondo ultimamente è anche parecchio peggiorata dopo le recenti rivolte a proposito di alcune morti di giovani donne prima fermate poi incarcerate.Onestamente in questo contesto,chi la pensa diversamente non me ne voglia,si fa fatica a pensare che una giornalista,pur professionale,non sprovveduta e con anni da inviata alle spalle,possa così con leggerezza andare in giro a intervistare o indagare magari sulla condizione femminile senza dare nell’occhio,si sa che in quei posti basta una piccola scusa come magari un velo fuori posto o chissà cos’altro per essere fermati,interrogati e passare qualche brutto quarto d’ora,risolvendosi il più delle volte con un’espulsione,ma in ogni caso francamente non esiste un rapporto positivo rischio-utilità se non spesso l’ego personale e una sciocca leggerezza di sentirsi sicuri del fatto proprio e convinti che nulla di brutto può accadere.La recente vicenda della giornalista Cecilia Sala purtroppo è stata anche strumentalizzata da parte dell’Iran,vedendo in lei una possibile pedina di scambio con il presunto ingegnere-terrorista iraniano arrestato e detenuto in Italia su mandato USA,ma questo invece di scandalizzare dovrebbe far riflettere quanto inutile e rischioso sia l’operare in certi paesi,basta un nonnulla,una scusa folle e banale o ancor peggio un ricatto vero e proprio,le dittature sono specializzate in questo,per non rivedere la luce a tempo indeterminato,sapendo quanto diversa è quella detenzione rispetto alla nostra.Morale della favola certi paesi meglio lasciarli al loro destino,se si vuole lavorare e fare delle inchieste si può tranquillamente agire in tantissimi altri luoghi o anche nel proprio paese,se non altro con rischi assai minori oppure addirittura nulli e rincarando la dose mi dovrebbero spiegare cosa pensano di ottenere le varie figure a giro per il mondo,seppure in nome dell’importante informazione,se non semplici articoli e/o podcast,tra l’altro anche poco letti o ascoltati,che non modificheranno di una virgola la situazione di quelle realtà,i cambiamenti da molti auspicati eventualmente arriveranno dal loro interno,non ci servono aggiornamenti se grosse novità non ce ne sono. (7/1/2025)
Le invasioni pagano
Per parlare oggi della guerra Russia-Ucraina bisogna fare un passo indietro,quando nel 2014 il presidente americano Obama di fatto approvò l’annessione della Crimea e territori limitrofi da parte del governo russo dando vita,come logica conseguenza,dal febbraio 2022 all’invasione vera e propria dell’esercito di Putin in sostanza con l’obiettivo primario di riconquistare l’intera nazione confinante,in parte fallito vista la grande resistenza dell’esercito di Kiev supportato da aiuti europei e soprattutto americani.Certo la situazione sul luogo,ricordiamolo indipendente dal 1991,non era idilliaca con contrasti e scontri anche pesanti in alcune zone decisamente filorusse,ma a parte il pensiero politico individuale un’invasione brutale come quella russa non si può certo commentare positivamente e in alcun modo giustificare,interi paesi annientati,morti e distruzione,violenze diffuse sulla popolazione,deportazioni di un numero elevato di bambini e cittadini ucraini,a riprova del desiderio di sopraffazione che realtà dittatoriali di norma esercitano su chi vogliono sottomettere.Lo ripeto da una vita,il mondo è cambiato,non è più quello di una volta quando individuato un cattivo ci si coalizzava tutti per fargli cambiare idea,magari anche con la forza,alla fine costringendolo alla resa per sostituirlo con figure più democratiche e più inclini alla negoziazione.Oggi il sentimento di lasciar correre senza muovere le acque più di tanto prevale e in questo contesto i dittatori vanno a nozze perché la paura e lo spettro di una nuova guerra mondiale funge da deterrente,costringendo nel caso specifico l’occidente democratico ad abbassare la testa e sottostare al volere dell’uomo forte.Oggi con Trump nuovo presidente USA questo pensiero è ancora più valido che mai,la promessa elettorale del futuro inquilino della Casa Bianca di far finire la guerra velocemente,da quello che si prevede,si svilupperà purtroppo a senso unico e con poca giustizia,cristallizzando di fatto le posizioni in essere riducendo dunque di molto il territorio ucraino a vantaggio del suo stimatissimo Putin.In sostanza è come se uno entra in una casa,la dichiara sua magari perché i suoi antenati un tempo lontano la possedevano,occupa tutte le stanze,poi alla fine della fiera almeno uno o due vani gli rimangono.Comunque vada una vittoria quella del dittatore russo che sarà di sicuro esempio per gli altri uomini forti del mondo,dalla Corea del Nord e le sue aspirazione su quella del Sud fino alla Cina che ambisce ad annettere Taiwan l’importante sarà invadere,poi con la paura di un conflitto mondiale che logicamente nessuno vuole alla fine la convenienza c’è sempre,lo spirito di potere che pervade alcune figure paga.Un tempo il mondo si schierò contro Hitler ritenuto giustamente il male,morirono in tanti ma l’obiettivo fu raggiunto,oggi i tanti morti lo sono purtroppo invano,la dittatura,la violenza,l’eccezionale desiderio di dominio sta avendo il suo periodo più memorabile e straordinario. (18/11/2024)
Carceri una vecchia novità
Fu così che all’ennesimo suicidio avvenuto nelle nostre carceri la preoccupata politica si mobilitasse agli occhi dell’opinione pubblica legiferando un decreto che somiglia più a una pezza,forse neanche del colore giusto,tesa a coprire un buco evidente perché se una struttura vacilla non si può certo iniziare i lavori rinforzando il tetto ma bisognerebbe lavorare sulle fondamenta.Innanzitutto se si analizzano i numeri si scopre che i detenuti attualmente in carcere sono circa sessantamila-onestamente pochi per la nostra popolazione credevo fossero molti di più-per circa un terzo stranieri che arrivati nel nostro paese alla ventura,senza per loro alcun progetto,giustamente una gran parte si mette al servizio della criminalità oppure,altra opzione,non trovando quello che pensavano di trovare in questo ricco mondo sfarfallano commettendo reati a destra e a manca alcuni anche molto gravi.Si può pensarla come si vuole ma per risolvere il problema carcerario una volta per tutte si deve mettere mano al portafoglio,ristrutturare le strutture esistenti e costruirne di nuove,i numeri non sono enormi,una parte dei fondi PNRR poteva essere utilizzata allo scopo.Se non ci fosse un piccolo problema,il concetto che gira da anni,in carcere ci si deve andare il meno possibile,il carcere non è la soluzione,vanno agevolate proposte alternative di recupero,lunga vita ai domiciliari e via dicendo,motivo principale perché le carceri sono state abbandonate negli anni al loro destino essendo considerate poco necessarie e in più non portano alcun guadagno o ritorno in termini politici,questo è valso per tutti i governi che si sono succeduti.Invece è proprio il contrario,un paese moderno e civile si giudica anche dalle sue carceri,da come ci si propone verso tutti coloro che hanno commesso degli errori e che probabilmente,si spera caldamente,capiranno lo sbaglio non ricascandoci più.Non serve muoversi solo per i suicidi,in gran parte dovuti alla consapevolezza di un fallimento personale di chi ha provato a cambiare in meglio e velocemente la propria vita e non c’è riuscito,certo sempre un dramma,ma soprattutto perché se è giusto togliere una figura dalla società in quanto considerata pericolosa rimane altrettanto giusto trattarla in maniera dignitosa,in un luogo degno di un paese degli anni duemila.Un ambiente diverso e più moderno,una prospettiva di lavoro,anche all’interno delle strutture,che dia loro uno scopo per un possibile domani può fare molto,cercare insomma di limitare il più possibile i disagi che spesso portano alla soluzione estrema.A risolvere il problema carceri non sarà un decreto fatto in fretta e furia teso quasi unicamente a svuotare le celle ma lo sarà un progetto a più ampio respiro che affronti di sana pianta la questione,partendo appunto dalle fondamenta,lo attendiamo da anni chissà quando mai arriverà. (4/9/2024)
Doppio turno doppio inganno
Le recenti elezioni politiche in Francia sono state volute dal presidente Macron a causa di un brutto risultato del suo partito alle Europee ma anche e soprattutto per scommettere che il popolo francese chiamato alle urne,magari per paura,non avrebbe riconfermato primo partito il RN della Le Pen e del suo delfino Bardella.E ha avuto ragione.Ma a che prezzo?In Francia il doppio turno resta un saldo principio elettorale convintissimi come sono che ci vogliono due votazioni per definire un assetto definitivo senza però tener conto della “prima” volontà popolare e di conseguenza di quella “vera” democrazia che non sia quella di palazzo dove,eliminato in seconda battuta il cosidetto pericolo alleandosi tutti contro di lui,poi si può procedere ad accordi e alleanze che comunque snaturano e non di poco il volere nazionale.In sostanza si può stabilire che il doppio turno annacqua e mescola il risultato quando il vino in questione risulta troppo forte e difficile da mandar giù.In Italia ricordo un elezione a sindaco nella città di Torino dove al primo turno era in vantaggio Fassino del PD ma non raggiungendo in primis il fatidico 50+1 al turno successivo trionfò l’Appendino del M5S disattendendo la prima scelta della popolazione.Il doppio turno mitiga,falsa,crea nuove alleanze spesso improbabili,nate solo per il semplice fatto che non si vuole che una precisa forza politica governi con la scusa che è pericolosa,di estrema destra o sinistra,in generale deleteria,per il semplice scopo di difendere con i denti uno status quo ormai acquisito.Ma la democrazia è altra cosa,deve seguire il volere delle persone e come in Inghilterra,anche loro reduci da una votazione importante,deve esprimere un giudizio netto e deciso,soprattutto unico,in modo che un governo il giorno dopo possa iniziare a lavorare.La paura del nemico politico non ha mai portato nulla di buono,una forza che concorre in parlamento ed è legittimata a farlo ha tutto il diritto di essere scelta e votata affinché possa esprimere il suo programma,chi dice il contrario mente sapendo di mentire ma soprattutto ha nel suo DNA poco o nulla di democratico,bisognerebbe diffidare di tutti loro.Tornando alla Francia e al suo doppio turno gioie e dolori per il presidente Macron,relega al terzo posto la destra della Le Pen ma si ritrova tra le balle una sinistra complicata quella di Melanchon,trovare la quadra sarà dura,hai voluto la bicicletta ora ti tocca pedalare. (22/7/2024)
Social e droghe
A metà maggio la Commissione europea ha aperto un’indagine su Meta,titolare dei famosi Facebook,WhatsApp e via dicendo,per la possibile violazione delle norme UE contenute nel Digital Services Act a tutela dei minori con l’accusa che i sistemi di queste realtà e i loro algoritmi possono creare dipendenze oltre a effetti di isolamento e depressione,tutti elementi piutosto rischiosi per la loro salute mentale.Alla fine se questo verrà anche solo in parte accertato probabilmente se la caveranno con una multa e probabilmente poco cambierà tale sono gli interessi in gioco per queste ultramiliardarie realtà.Che i social potevano essere un pericolo non solo per i minori ma purtroppo un po’ per tutti lo avevamo capito fin dall’inizio,il sottoscritto non li ha mai accettati pur rinunciando a qualche beneficio.La pura illusione di crearsi così facilmente un numero infinito di amicizie senza passare per l’effettiva conoscenza risulta quanto mai folle per non parlare dell’ostentazione esagerata che la maggioranza dei soggetti legati ai social espone senza limiti,obbligando anche gli altri a fare altrettanto in una sorta di corsa alle apparenze di cui francamente non se ne sentiva e non se ne sente tuttora il bisogno.Purtroppo è vero quanto sospettato dall’UE,alcuni strumenti di rete creano dipendenza,alimentano competizioni,mettendo spesso l’uno contro l’altro soprattutto nel linguaggio verbale,proponendo realtà virtuali che di fatto non esistono con le inevitabili delusioni cocenti che arrivano da tutto ciò,oltre al fatto che l’essere iperconnessi giorno e notte crea fragilità e vulnerabilità come stabilito ormai da moltissimi studi.Ormai i buoi sono scappati e sarebbe inutile chiudere frettolosamente la stalla,l’unica speranza rimane nelle regole che dovrebbero essere più chiare e sicuramente più stringenti almeno per i minori immaginando un futuro un po’ meno dipendente da questi strumenti anche se la futura intelligenza artificiale non promette nulla di buono,non vorrei che con la scusa che il mondo deve andare avanti,che il futuro non lo puoi fermare,che tutto dipende dal singolo usare bene o male la tecnologia,ognuno si creasse un proprio universo completamente scollegato dal mondo reale,cosa a dir poco devastante per l’intera umanità e per tutti noi. (19/6/2024)
La storia si ripete
I cicli della vita si somigliano e quando le cose del passato sembrano lontane e irripetibili ecco che qualche avvenimento più o meno grave ci rimette davanti a ciò che abbiamo già vissuto ed è a questo punto che cadiamo dalle nuvole,ma la storia si ripete sempre,siamo noi che non siamo abbastanza preparati,spesso abbiamo un approccio troppo fiducioso sul domani che verrà.Così come periodicamente arrivano i crolli di borsa,soprattutto proprio quando l’euforia volge al massimo,le fasi di mercato ora espansionistiche ora restrittive,le vacche grasse e magre,ecco le nostre amate crisi internazionali e in questo momento ne abbiamo due molto importanti attualmente lontane dall’essere risolte.Da una parte la guerra Russia-Ucraina nata non si sa neppure perché,la stessa Ucraina non costituiva e non costituisce un pericolo per la Russia e la guerra Israele-Hamas,ben differente come concetto essendo lo stesso Hamas una struttura terroristica e non uno stato,foraggiato principalmente dall’Iran e da tutti coloro che vedrebbero di buon auspicio l’annientamento dello stato ebraico.Nel secolo scorso abbiamo avuto una figura che non si accontentava dello status quo storico modificabile solo con un’invasione e che senza preoccuparsi delle conseguenze anche per il suo popolo pensava di consolidare il suo potere semplicemente con la propaganda che in realtà dittatoriali funziona benissimo.Nel secolo scorso abbiamo avuto una lotta intestina fra due realtà che non riconoscendosi a vicenda continueranno ad odiarsi all’infinito e fino a quando davvero nessuno lo sa.La grande America ha enormi responsabilità nella guerra in Ucraina perché se voleva poteva con una forza dissuasiva far si che Putin non invadesse,avendo anche lui come gli altri paura di un conflitto globale e altrettante responsabilità nel conflitto medio-orientale in quanto avrebbe dovuto fin dalla nascita dello stato di Israele imporsi per far rispettare le risoluzioni Onu dedicate alla questione e pretendere questo benedetto “riconoscimento reciproco” lavorando con i paesi arabi più disponibili a soluzioni di pacifica convivenza.Se resta abbastanza facile analizzare il passato ben più complicato appare oggi trovare la quadra per entrambe le vicende.Rimane improbabile che dalla mattina alla sera gli attori si mettino d’amore e d’accordo intorno a un tavolo quindi resta la speranza che qualche forte episodio riporti tutti con i piedi per terra e che queste figure così piene di se trovino qulcuno o qualcosa che gli faccia capire che con quello che abbiamo già dato in passato non esiste andare oltre,ogni stato ha i suoi confini la storia lo ha stabilito e cercare di cambiarli con la forza ci porterà inevitabilmente all’autodistruzione.Dove purtroppo la storia non si ripete è quando il mondo non si schiera come un tempo succedeva.In passato individuato il cattivo,il terrorista,il dittatore folle,tutti gli altri si coalizzavano,la figura veniva sconfitta,una severa lezione veniva impartita anche se il prezzo da pagare rimaneva elevato,l’umanità così ripartiva sicura di un futuro periodo di pace.Oggi con tutti a difendere lo status quo e con la paura di guerre e conflitti più ampi non succede lo stesso con la conseguenza che la forza bruta e illogica vince praticamente sempre e il resto del mondo,impotente,insicuro e impaurito resta a guardare cercando di limitare i danni sperando in possibili accordi che andranno sempre a vantaggio degli uomini forti,qualche vantaggio e/o concessione sulla scia della paura l’otterranno sempre.Ho detto “purtroppo” perchè così facendo vivremo un lungo futuro di guerre infinite magari non mondiali ma con morti e feriti in grande quantità comunque,a volte forse converrebbe essere più decisi e risoluti per far comprendere la pace e la convivenza reciproca a chi non ne vuole proprio sentir parlare. (21/5/2024)
Elezioni europee…o italiane?
Tutta la politica italiana già da metà aprile è in allarme per le prossime elezioni europee e i sondaggi si sprecano al ritmo di uno ogni due giorni tanto per non perdere il vizio di esssere in campagna elettorale permanente ormai da molti anni a questa parte,non riuscendo ad avere un sospirato e desiderato “Election Year”,oggetto di un mio “passaggio” precedente.Tutte le formazioni politiche vogliono migliorare le loro percentuali e/o mantenere le posizioni che sarebbe per molti già un grande successo.Il problema arriva subito dopo cioè quando ogni paese spedisce i propri rappresentanti in Europa dove confluiranno in schieramenti o sigle diverse da quelle che conosciamo,realtà c’è da dire di cui sappiamo ben poco.Infatti la cosa anomala delle elezioni europee è che il partito o movimento che l’elettore vota nel proprio paese poi non lo rivede con lo stesso nome nella torta europea ma amalgamato e integrato con altre forze provenienti da altri paesi,creando alla fine non poca confusione.Abbinata a una seconda e altrettanto importante anomalia quella che candida rappresentanti e leader di partito come specchi per le allodole che l’Europa non la vedranno mai.Semplificherebbe molto la vita avere in Europa due formazioni politiche,un centro-destra e un centro-sinistra come nelle realtà anglosassoni,democratici e repubblicani o conservatori e laburisti ma la politica non vive di semplificazioni bensì del rimescolamento delle carte in gioco quindi sia nella destra che nella sinistra vivono un sacco di distinguo e differenze che complicano non poco la vita agli elettori.Quindi arrivo alla triste e logica conclusione che queste elezioni di giugno sono sostanzialmente elezioni nazionali,atte a misurare il gradimento popolare verso i relativi parlamenti,come un test-tagliando per misurare le forze in campo dopo periodi di governo e solo in seconda battuta elezioni europee dove i giochi di palazzo avranno la meglio per far si che i rappresentanti eletti nei partiti nazionali si spostino in quello schieramento o nell’altro a seconda delle convenienze.Arriverà forse un giorno,con i tanto sospirati “Stati Uniti d’Europa”,dove un voto ogni cinque anni finalmente sarà definitivo e sostituirà le elezioni nazionali,allora sì che si potrà scegliere una forza politica sicuri di ritrovarla come l’abbiamo votata,sarà quello sarà il punto di arrivo ma al momento siamo a metà del guado,non possiamo tornare indietro e non riusciamo a fare gli ultimi sforzi per approdare alla riva che vediamo proprio davanti a noi. (22/4/2024)
Legalità e lavoro
I recenti incidenti sui luoghi di lavoro,mentre scrivo è in corso un’indagine a Firenze riguardante il crollo di una trave di cemento all’interno di un supermercato in costruzione costato cinque vite umane,riporta alla ribalta l’ennesimo eterno scontro tra legalità e lavoro due concetti entrambi fondamentali per lo sviluppo e la crescita di un’intera nazione.Parlando di edilizia poi la discussione diventa rovente anche perché una recente indagine ha confermato ciò che da sempre si sa,quei luoghi sono irregolari per più del cinquanta per cento dei casi e non solo per semplici cause burocratiche.Urge dunque metterci mano ma la volontà purtroppo si scontra con la realtà,resta quanto mai difficile rendere a norma i cantieri per i più svariati motivi e primo tra tutti la mancanza di esempi che faccia mettere la testa a posto ai tanti irregolari.Si dovrebbe agire con severità,controllare con accuratezza tutto,sanzionare pesantemente chi decide di aggirare le leggi che peraltro ci sono ma non si fa e allora la tendenza sviluppata negli anni è quella che anche in caso di gravi incidenti,sulla scia del famoso detto “chi muore giace e chi vive si dà pace”,pur di continuare a lavorare si dimentica presto tutto magari pagando qualche multa o affrontando processi che spesso si risolvono minimizzando le irregolarità in oggetto perché da sempre la salvaguardia dei posti di lavoro passa sopra a tutto,il rischio di chiudere aziende anche se non proprio legali coinvolge centinaia di persone,quindi la vicenda seppure grave finisce in secondo piano.Francamente non so se il governo in questo senso ha le idee chiare ma credo che se si muoverà sarà per inasprire le pene e poco altro,si parla anche di una patente a punti già peraltro contestata da molti,senza riflettere che senza controlli il tutto risulta poco efficace.In caso di infrazione grave l’unica soluzione sarebbe togliere dal mercato senza se e senza ma quelle realtà,magari in sub-appalto nate sul momento del contratto quindi spesso poco affidabili,che speculando sui lavoratori,spesso assunti senza contratto o irregolari,si arricchiscono ai danni di chi ha sempre fatto le cose in regola,dando così al mondo del lavoro gli esempi che oggi non ci sono.Verosimilmente più facile che non accada nulla di molto eclatante,si continuerà a invocare a squarciagola la legalità senza prendere di petto la situazione,si potrà così eventualmente affermare che almeno i posti di lavoro sono stati mantenuti. (22/3/2024)
Sognando l’Election Year
Qualche giorno fa,per la prima volta in vita mia,ho ascoltato durante un dibattito TV un giornalista parlare di “Election Year”.La cosa mi ha particolarmente sorpreso in quanto da tanto tempo parlo e scrivo di una forte anomalia del nostro paese,il fatto che ogni giorno i cittadini vengono bombardati dai sondaggi perché comunque nell’anno in corso una qualche votazione risulta in programma.Che sia comunale,regionale,europea o politica poco importa,in effetti non passano trecento giorni senza che qualcuno in Italia si rechi alle urne.Sintomo di democrazia certo ma quando il concetto è espresso alla massima potenza,esagerato e pompato oltre l’inverosimile,il danno prevale sul beneficio.Questo soprattutto a livello politico,quello che poi ci interessa,perché quando ci sono votazioni nell’aria,dunque sondaggi quasi giornalieri,il paese su molti punti è in stallo e qualunque risultato esca dalle urne sembra buono a rimettere tutto in discussione,non solo in quel comune o regione ma a livello nazionale,ogni volta insomma sembra che tutto debba ricominciare da capo.Ne consegue che il governo in carica,qualunque esso sia,risulta perennemente in discussione limitando il proprio programma solo alle cose non rimandabili con forti rallentamenti sulla tabella di marcia,a scapito di tutto il paese.Il sogno di un “Anno Elettorale” riguardante comuni,regioni,parlamento per i cinque anni successivi resta e resterà purtroppo un bellissimo sogno che credo nessuno voglia realizzare,conviene forse a tutti maggioranza e opposizione rimescolare continuamente le carte contando sul fatto che spesso le scelte locali si differenziano da quelle nazionali,un continuo stare in attesa di prendere una scheda in mano che penalizza da sempre l’intera nazione,la speranza è che qualcuno prima o poi se ne accorga. (21/2/2024)
Premierato forever
La madre di tutte le riforme così l’ha definita Giorgia Meloni la nuova proposta della maggioranza per arrivare a un premierato,l’elezione diretta del capo del governo da parte dei cittadini,poter così scegliere in prima persona la figura a capo dell’esecutivo senza aspettare i famosi incarichi del capo dello stato a elezioni avvenute.Senza approfondire i dettagli della suddetta riforma che probabilmente non conosce quasi nessuno e che sicuramente dovrà superare un insidioso e incertissimo referendum mi soffermerò su alcuni punti che in alternativa nel breve potrebbero risolvere la nostra debolezza primaria,l’agonia dei vari cambiamenti governativi perché siano tecnici,politici o di salvezza nazionale prima o poi hanno fatto quasi tutti la stessa fine,quella di concludere anzitempo il loro mandato.Al primo punto metterei la soglia di sbarramento che oggi davvero troppo bassa dovrebbe invece alzarsi almeno al 7,5% per ripulire la platea dei contendenti a pochi nomi,rimarrebbero così 4/5 partiti e per il mio modo di vedere non sono neanche pochi.Meno nomi in ballo significa accordi molto più agevoli oltre a capire che oggi ha davvero poco senso un partito al 2/3% che considerato la bassa affluenza rappresenta pochissimi elettori,stiamo parlando del nulla.Il secondo punto riguarda il fatidico “gruppo misto” e abolirlo del tutto sarebbe un bene per il paese,non si può più permettere che chi viene eletto in una lista poco dopo l’abbandoni e si rifugi in questa comoda realtà che politicamente non significa nulla e oltretutto spesso mettendo all’asta il proprio voto magari per ottenere benefici personali.Chi non si riconosce più in un partito deve dimettersi e andare a casa per ripresentarsi alle prossime elezioni con un’altra formazione politica a lui più congeniale,così dovrebbe funzionare.Infine il terzo punto l’abolizione di una camera magari il senato che potrebbe diventare una realtà regionale,già prevista nello sconfitto referendum Renzi,oggi non possiamo più permetterci che una legge venga approvata più volte girando camera-senato,due assemblee in pratica gemelle,un balletto divenuto ormai insopportabile.Potrebbero essere questi i primi passi per arrivare con più maturità,oggi la nazione purtroppo non ce l’ha,agli scalini successivi premierato e/o elezione diretta del capo dello stato.Queste proposte sicuramente verrebbero considerate scandalose e si griderà che la democrazia è in pericolo,che il potere in mano a pochi è pericoloso,che la pluralità costituzionale non è rispettata,che si vogliono abolire le minoranze,le solite scuse che si ripetono da una vita,non appartengono al vero e neanche alla volontà della maggioranza popolare,quindi tutto questo credo non verrà mai alla luce,sicuramente non nel breve.Forse allora è decisamente superfluo aggirare gli ostacoli e le criticità di un paese politicamente incapace con un passo,il premierato e l’elezione diretta,oggi probabilmente più lungo della stessa gamba. (18/12/2023)
Riconoscimenti reciproci
Dall’attacco di Hamas del 7 ottobre compiuto in terra israeliana su persone indifese,giovani intenti a divertirsi,famiglie e via dicendo,si è scatenata come logica conseguenza una rappresaglia intesa a scardinare la citata forza terroristica dalla Striscia di Gaza e magari rimpiazzarla con la più ragionevole ANP che ha sede in Cisgiordania e che al momento è sempre guidata dall’anziano Abu Mazen.Allo stesso tempo anche il mondo si è schierato,in parte con Israele forse la maggioranza,in parte con i palestinesi con una solidarietà che per loro cresce giorno dopo giorno dopo i bombardamenti e le uccisioni di alcuni terroristi assieme purtroppo ai molti civili.Senza ripercorrere la storia di questa zona del mondo da sempre martoriata e senza pace l’unica strada che si può percorrere è quella del “riconoscimento reciproco”.Da quando è nato lo stato di Israele,in pratica dal giorno dopo,in mancanza di un vero e proprio riconoscimento ha dovuto affrontare guerre,varie ostilità,attentati e propositi di annientamento da parte di quasi tutti gli attori arabi della zona,ricorrendo a operazioni militari in moltissime occasioni.Daltra parte negli anni Israele ci ha messo del suo,forte di una amicizia e di un sostegno americano senza limiti,negli anni si è ampliato facendo razzia di territori che certo non gli spettavano ma che considerava,con la complicità del mondo occidentale e con un occhio al suo terribile passato,suoi a tutti gli effetti.Bisogna capire che la società israeliana è una realtà rigida,chi ha avuto modo come me di visitarla se ne è reso conto,a causa principalmente della sua religione e dei suoi precetti i quali permettono poco spazio d’azione e di dialogo e con l’Olocausto nella memoria si è formata l’idea,vera in parte,che mezzo mondo ce l’abbia con lei e non solo gli arabi,vedendo ostilità e antisemitismo un pò dappertutto.L’identità israeliana somiglia molto a una realtà occidentale,come se una parte d’America abitasse li,ma deve rendersi conto che il luogo è circondato da paesi islamici che non vedranno mai di buon occhio il suo stile di vita,la capacità di primeggiare militarmente,la sua tendenza a espandersi cacciando in continuazione dalle proprie terre coloni arabi che poco possono fare per difendersi.Ne deriva che se vuole vivere in pace in quel contesto deve prima o poi elasticizzarsi e dimostrarsi più ragionevole,iniziando intanto a rispettare le famose risoluzioni Onu sull’argomento.La tanto evocata soluzione “Due popoli Due stati” è destinata a rimanere un’ipocrita chiacchera dei politici,una frase che mette d’accordo tutti,finché le due realtà non si siederanno a un tavolo per definire accordi di pace che abbiano al primo posto il “riconoscimento reciproco”.Lo stato palestinese ha il diritto di esistere,vivere tranquillo e avere i suoi territori,offrire lavoro e riceverlo,solo a una condizione,anzi due,che riconosca a sua volta il diritto di Israele a esistere e che ponga fuori legge i gruppi terroristici,Hamas in primis e tutti i loro simili.Dall’altro lato il governo israeliano deve riconoscere il suo vicino,offrendo tutto ciò che può perché viva il meglio possibile,riconoscergli ciò che gli spetta e aiutarlo affinché possa progredire e migliorare il suo tenore di vita.Con la speranza che tutti gli ostaggi sequestrati tornino a casa e possano cessare i bombardamenti che inevitabilmente colpiscono anche persone innocenti auspichiamo con tutto il cuore che questo benedetto “riconoscimento reciproco” possa avvenire in tempi brevi ma credo che questo succederà a fronte di un qualcosa di più grave e di più grande di quello che sta accadendo oggi,si sa che l’uomo si ravvede e si appella alla pace solo quando si trova sull’orlo del precipizio,solo allora inizia ad avere paura ragionando da quel momento non più con la pancia ma con il suo bene primario,il cervello. (24/11/2023)
L’esempio che non c’è
Anche se può sembrare strano da sempre l’uomo pone “l’esempio” come manifesto della propria vita,vede cosa fanno o combinano i suoi simili e ne trae le giuste conseguenze.Parlando di reati e iniziando da quelli chiamati “minori” come ad esempio le scommesse calcistiche,tema scottante di questi ultimi giorni con alcuni giocatori rei confessi che sicuramente se la caveranno con il minimo della pena,secondo me se fosse applicato per intero ciò che dice la legge,cioè almeno tre anni di squalifica,il famoso esempio avrebbe un senso,probabilmente altri a venire ci penserebbero di più sapendo cosa rischiano.Salendo nella gravità se vengo a sapere che il mio vicino di casa ha preso vent’anni compiendo un reato per il quale io pensavo a una pena inferiore,rifletterò sull’episodio e mi rimarrà in memoria,significa che se anche io volessi emularlo la pena che mi aspetta non sarà leggera ma molto pesante.Certo tutto ciò bisogna anche mantenerlo perché sappiamo molto bene che gli attuali vent’anni con tutti i benefici di legge,sconti vari e premi per la buona condotta,diventano probabilmente anche la metà.Fermo restando che le carceri sono il problema primario,ammodernare quelle esistenti e costruirne di nuove resta la prima priorità,bisogna poi avere la forza di non cedere al buonismo per vedere l’imputato colpevole fuori e/o libero dopo una pena non adeguata o ridotta di tanto.Purtroppo questo famoso “esempio” allo stato attuale non c’è e questo condiziona non poco la nostra giustizia in quanto magari sulla carta la legge e la pena relativa esiste ma grazie a un tribunale accomodante e a una serie di motivi vari il colpevole di turno non sconta la giusta detenzione in tutta la sua interezza.Ripartire dalle carceri dunque,proseguire poi con il rigore necessario affinché chi sbaglia paghi quello che c’é da pagare,siano uno,cinque,dieci,venti anni o l’ergastolo nei casi estremi.Non si dovrebbe aver paura,gli esempi offerti serviranno a tutti quelli che verranno e passato un primo periodo di assestamento i criminali sapranno davvero a cosa vanno veramente incontro nell’attuare i loro piani,il tutto senza sconti.Questo il lato positivo del ragionamento mentre quello negativo è che molti di noi lasceranno questo mondo senza che tutto questo venga preso in considerazione. (20/10/2023)
Speculazione mon amour
Ascoltando pareri sulla speculazione finanziaria in un incontro tra amici un po’ di tempo fa manca poco mi metto le mani nei capelli.A chi ribadiva che per fermare la suddetta speculazione serve una legge io,memore delle più varie esperienze passate per arrivare alla più recente crisi dell’euro del 2010-11 e passando per il fallimento Lehman del 2008 non ho potuto far altro che alzare le mani e ripetere che se si parla così a un qualsiasi G7 finanziario il minimo che può capitare è una serie di sguardi corredati da qualche risatina,simil incontro Merkel-Sarkozy su Berlusconi.La speculazione finanziaria non si combatte con le leggi ma dotandosi di strumenti che la possono addomesticare e limitare.Per sua natura approfitta di ogni situazione di debolezza e difficoltà per affondare la sua lama,magari scommettendo su un fallimento di una azienda o addirittura di uno stato prevedendo anche crisi di governo,operando quasi sempre al ribasso pensando che domani quei valori finanziari saranno inferiori all’oggi,guadagnare così sulla differenza,basti vedere il bellissimo “Il Capitale Umano” di Paolo Virzì.Esiste anche una speculazione al rialzo,quando si scommette su riassetti o vendite aziendali,in questo caso si compra pensando che domani quel titolo o sottostante varrà di più ma è di ben altra natura e soprattutto non è distruttiva.Nel nostro caso,parlando di Europa,l’unico strumento che si può adottare per azzoppare eventuali speculazioni finanziarie future è avere una Banca Centrale simil Fed o Bank of England o Bank of Japan,prestatrici di ultima istanza.In questi casi risulta pressoché impossibile agire al ribasso in quanto la Banca Centrale,sostenuta da un debito comune,interviene annullando di fatto ogni iniziativa in tal senso.Se si pensa all’America e al suo debito mostruoso se non ci fosse la Fed sarebbe facile per la speculazione buttarcisi a capofitto ma invece guarda caso non succede.Oltre tutto in questo modo uno stato interno a un’unione monetaria può eventualmente anche fallire senza che succeda il finimondo come invece avvenne quando la Grecia si ritrovò in grande difficoltà,moneta comune e debito comune arginano il problema.Cosa che non possiamo al momento rivendicare in Europa in quanto realtà anomala peraltro l’unica al mondo ad avere una stessa moneta ma titoli di debito differenti con il conseguente e famoso “spread” che tante beghe ci ha creato.Difficile che a breve questo si risolva,i paesi del nord sono restii a unificare il debito e per certi versi visto quello italiano e la sua riluttanza a diminuirlo non gli si può neanche dare tutti i torti,ma l’unica strada resta questa se si vogliono evitare altri problemi in futuro.Il mitico Draghi ha fatto anni fa quello che ha potuto ma come l’air-bag in un incidente stradale è intervenuto quando la crisi speculativa era già in corso,il segreto è invece far si che neanche si manifesti.Speriamo nella buona volontà da parte di tutti gli stati per arrivare a una unione bancaria europea,a una vera “Banca Centrale”,la sola e unica soluzione per mettersi al sicuro almeno da quella speculazione malsana che non si alimenta altro che di difficoltà finanziarie,divisioni e incertezze per poter agire indisturbata e raggiungere il suo scopo. (21/7/2023)
Il mondo e i suoi pericoli
Penso siamo tutti concordi nell’affermare che da quando è nato l’uomo il suo habitat è sempre stato costellato di pericoli più o meno importanti,si è dovuto difendere dai suoi simili magari interessati al suo avere o al suo territorio,dagli animali più o meno feroci,obbligandolo a organizzarsi per prevenire tali disagi o al massimo limitarli.Si è fatto tutta questa strada fino ai giorni nostri per osservare che in un bosco,magari neanche accanto alle abitazioni,si può essere affrontati da un orso che magari con i suoi piccoli altro non può fare,in caso di avvertito pericolo,che reagire e zampare chiunque gli capiti a tiro.Questo tipo di animale per sua natura non attacca gli umani e non se ne ciba quindi una sua aggressione arriva in seguito a un probabile problema da lui percepito che una volta superato gli permette di proseguire tranquillamente per la sua strada.Certo che con chi ha avuto delle beghe a riguardo si fa fatica a ragionare,un po’ come col Covid,ma una regione o un comune non dovrebbe farsi condizionare da un singolo pur drammatico caso,abbastanza raro peraltro,ma abbracciare una realtà più ampia.Si parla di soluzioni e una di queste potrebbe essere dotare chi viaggia per boschi frequentemente o chi ci abita molto vicino di una pistola taser,quelle che rilasciano elettricità,oppure il classico e sempre efficace spray al peperoncino e probabilmente il runner della recente cronaca sarebbe ancora vivo perchè gli animali in genere hanno timore di quello che non conoscono,sicuramente l’orsa in questione sarebbe sicuramente fuggita.Fondamentale poi sarebbe informare al meglio la popolazione,con norme e comportamenti da attuare in caso di incontri ravvicinati,arrivando anche a corsi dedicati per chiunque sia interessato e parte in causa.Il buon senso dovrebbe prevalere piuttosto che decidere di abbattere animali la cui unica colpa è di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato,come per gli umani peraltro,con la differenza che in questo caso l’habitat è il loro e non il nostro.D’altra parte il mondo a trecentosessanta gradi presenta molti altri pericoli,ci sono tra gli altri in acqua gli squali,sulla terra i serpenti,i lupi,i cinghiali,anche le mucche al pascolo potrebbero risultare pericolose se gli si cammina vicino e via dicendo.Alla fine della fiera risulta molto più semplice intervenire come si sta facendo,si sa che l’uomo quando non è in grado di gestire un problema lo adatta e lo modifica secondo il proprio comodo e il proprio interesse spesso economico. (9/6/2023)
Sanità in coma
Ci preoccupiamo del continuo battibecco politico tra maggioranza e opposizione,di rimettere in discussione il vecchio progetto “Ponte sullo Stretto” in auge fin dai tempi dei Romani,di rigassificatori si o no,di termovalorizzatori si o no,di tutto e di più,senza che a qualcuno con un po’ di cervello ancora funzionante venga in mente di porre al centro della politica un solo argomento,la sanità.Se non fosse accaduto nulla negli ultimi tre anni,se ci fossimo fermati alle vecchie Sars-Mers ancora qualche ragione si potrebbe anche avere ma dopo la pandemia,di una gravità vera o gonfiata ad arte questo resta un dilemma,tutto comunque è cambiato,curare chi ha bisogno e garantire esami e prestazioni in tempi brevi questo deve essere spostato da tema importante a argomento prioritario.Non abbiamo quasi più il servizio dei medici di base ormai ridotti a semplici impiegati rigorosamente chiusi nei loro uffici che una volta raggiungevano le case se non altro per visitare il paziente nella propria abitazione,senza ansia e fretta,senza persone che fuori aspettano il loro turno.Gli ospedali sono ridotti all’osso,quando c’è da tagliare spese la sanità è al primo posto,in questi ultimi anni ne sono spariti moltissimi medio-piccoli a vantaggio di strutture più grandi che però,nonostante la razionalizzazione delle spese,a poco a poco non ce la fanno più neanche loro e necessiterebbero di interventi importanti,ampliamenti e aggiornamenti.La mia città Prato con oltre duecentomila abitanti ha al suo attivo circa cinquecento posti letto e poco più di quindici terapie intensive,il tutto sicuramente insufficiente e quasi ridicolo soprattutto in caso di emergenze come quella appena vissuta.Certo se poi in caso di nuovi virus o pandemie varie si decide di richiudere tutto,come già follemente sperimentato,ecco che la funzione della sanità viene decisamente meno e in questo caso si ha ragione di non occuparsene più di tanto.Da quando esiste l’uomo la lotta rimane sempre sul campo e guarire le persone anche nelle emergenze rimane prioritario più che chiuderle in casa.La sanità pubblica sappiamo è un grande costo e rende poco,si preferisce dirottare le persone su quella privata che è in forte crescita,ecco spiegato i sei mesi per riuscire a fare un esame contro i pochi giorni necessari in caso di scelta alternativa.Dunque è una tendenza che va avanti da anni e nulla sembra scalfirla,la gente ormai assuefatta accetta passivamente questa situazione che ormai è diventata cronica.Anche di tutti i soldi del famoso PNRR non molti sembrano essere diretti verso la sanità,ce ne sarebbero voluti molti di più perchè quando la mia salute avrà bisogno non mi curerò certo col 5G o con l’economia green o con l’elettrico ma in una struttura sanitaria adeguata con figure qualificate ma tant’è.Forse anche in questo caso,parallelamente a un altro tema importante riguardante la giustizia e le carceri,non abbiamo ancora toccato il fondo e probabilmente allora lo capiremo,importante sarà agire quando sul tracciato ci saranno ancora segnali di vita. (24/4/2023)
Quattro su dieci
Parlare di astensionismo riguardo alle ultime elezioni regionali,ha votato circa il quaranta per cento degli aventi diritto,dovrebbe servire a riflettere su cosa c’è che non va,ricordando comunque che la democrazia vuol dire anche libertà quindi al limite anche quella di scegliere di rimanere a casa se non ci piacciono le figure in gioco oppure per il triste vedere a posteriori di accomodamenti e inciuci vari solo per rivendicare una poltrona in più.La realtà è che le persone sono sfinite sia dalle troppe continue votazioni sia nel seguire queste forze politiche sempre più scollegate dal mondo reale e dalla gente comune,esageratamente social che da anni chiedono risposte serie ai loro reali problemi.Perfino la coalizione che attualmente governa risulta piuttosto anomala,comprende tre forze diverse non sempre d’accordo sulle cose da fare,anche se poi avendo paura di perdere il posto e di andare a casa prima del tempo vota unita sui vari provvedimenti.L’opposizione poi resta laatitante con un ex-segretario PD a cui non bastava lo smacco subito in passato ma aveva bisogno di una conferma per mollare e lasciare la patata bollente di un partito in pieno stato confusionale alla nuova segretaria Schlein appena eletta.L’opposizione che esiste e che ha preso nel frattempo in parte il suo posto,il M5S,vivacchia rivendicando azioni e provvedimenti per i più poveri e bisognosi per poi ritrovarsi spesso in forti contraddizioni quando le suddette persone li vedono molto distanti da loro stessi.In questo panorama sconfortante non ci devono meravigliare i pochi votanti e probabilmente la situazione peggiorerà.Le soluzioni sono sempre la stesse,forze e partiti unici sorretti da alti sbarramenti percentuali,meno social e più contatti reali con le persone,pochi talk show dove da tempo si litiga e basta,soprattutto andare a votare una volta ogni cinque anni,politiche e amministrative,perché essere tutti gli anni o anche più in campagna elettorale non possiamo più permettercelo.Infine a livello parlamentare l’abolizione del famoso “gruppo misto”,quella zona grigia in cui molti politici si rifugiano dopo essere stati eletti facendo desiderare il loro voto mettendolo a volte anche all’asta,per loro l’alternativa sono le dimissioni e nient’altro.Solo così probabilmente si potrà far riavvicinare i cittadini alla politica e di conseguenza alle elezioni,chiunque vinca possa così in un ottica di medio-lungo periodo e senza condizionamenti risolvere i problemi e semplificare la vita delle persone,essendo questa alla fine la vera missione di una qualunque forza politica che aspiri a governare una nazione. (9/3/2023)
Dei delitti e delle pene
Davvero strabiliante la fuga di qualche giorno fa dall’Istituto di Rieducazione Beccaria di Milano di alcuni ragazzi che,approfittando dello scarsissimo personale e di alcuni interminabili lavori in corso,non ci hanno pensato due volte a prendere il largo calandosi da un muro di cinta,operazione che davvero è parsa a tutti come un “gioco da ragazzi”,in seguito poi rientrati tutti alla base chi da se e chi rintracciato dopo poco tempo.Il problema delle carceri purtroppo non è destinato a risolversi con qualche semplice battuta,se si parla di rieducazione e di reintegro nella società gli stessi istituti sono ormai invecchiati e considerati superati,in alcuni casi davvero messi male e il disagio non solo giovanile inizia proprio da qui.L’unico modo per uscirne rimane mettersi attorno a un tavolo e formulare un piano di medio-lungo periodo perché nel breve la situazione è sicuramente destinata a peggiorare.Ormai è chiaro che le carceri sono un problema da non risolvere e abbandonate da tutti,strette tra i pochi soldi destinati e il principio che in galera ci si deve andare il meno possibile,avendo ormai derubricato parecchi reati come azioni non gravi.E’ passato cioè col tempo il messaggio che si va in galera solo per azioni abbastanza gravi mentre per tutto il resto si può anche stare ai domiciliari e così col passare degli anni gli istituti di pena hanno avuto sempre meno rilevanza con pochissimi investimenti al loro attivo.Il piano di cui sopra dovrebbe articolarsi principalmente in due punti.Il primo per ammodernare e rendere vivibili le carceri esistenti,poi costruendone senza se e senza ma anche di nuove perché quelle attuali anche se aggiornate sono insufficienti,così che la rieducazione possa avere la sua giusta ragione di esistere e in seguito,come secondo punto,rimettere in voga un po’ di severità,con una “vera” certezza della pena,in maniera che chi sbaglia,nelle migliori condizioni carcerarie,possa capire e cambiare decisamente registro.Oltre tutto rimane l’unico indennizzo,se così si può definire,per le vittime che troppo spesso vedono criminali e affini uscire prima del tempo proprio grazie a queste politiche atte a liberare posti a causa delle condizioni generali degli istituti.Nessuno poi è irrecuperabile in questo mondo,se qualcuno lo diventerà vuol dire che rimarrà dentro a vita,non dipende solo che da lui stesso.Potrebbe essere un buon programma per il futuro ma purtroppo per cambiare opinioni e mentalità a volte si rende necessario toccare il fondo,evidentemente chi è delegato a decidere pur riconoscendo le difficoltà ancora non è arrivato a prendere in esame questa possibilità. (20/2/2023)
Cento milioni di euro
La cifra del titolo sarebbe ciò che un investitore ha perso nella compravendita di un immobile a Londra,un palazzo che avrebbe dovuto essere un affare prima di rivelarsi un disastro per chi poi lo ha rivenduto.E fin qui poco da dire in affari si guadagna e si perde e spesso non dipende neanche dal caso o dalla sfortuna ma da noi stessi.Quello che non va giù però è che l’investitore si chiama “Vaticano” ed è proprio lui stesso che forse prendendo una cantonata,alla fine dell’operazione di cui sopra,il saldo piange per quella somma che tanto piccola non è.La “Chiesa Cattolica” tramite il suo braccio finanziario,lo “Ior”,dovrebbe gestire i beni di proprietà affinchè non si deteriorino,curare le parrocchie e chi ci svolge al suo interno le varie missioni non facendogli mancare nulla e devolvere tutto l’introito di quello che avanza delle offerte e lasciti vari a chi ha davvero bisogno,alla povertà,all’immigrazione,al mondo carcerario e così via dicendo.Non ho fatto il conto di cosa si poteva fare con quei cento milioni,il conto fatelo voi,soprattutto con l’intera somma investita in quel palazzo,ricordiamo che la cifra del titolo riguarda solo la “perdita”.Ora se anche il “Vaticano” si mette a fare il finanziere e lo speculatore alla pari delle tante società in circolazione,dove logicamente il primo interesse è l’utile per i suoi azionisti in quanto nate per questo,c’è qualcosa che non va,bisognerebbe che tutto il mondo si indignasse ma tant’è nulla è successo al diffondersi della notizia passata a dir la verità pochissimo sia in televisione che sui giornali.Sogno una “Chiesa” povera,essenziale,non dedita al guadagno e non certamente attiva in operazioni finanziarie ma che con le disponibilità che ha rivolga il suo sguardo verso chi,per caso,per destino o magari anche per colpa,non ha avuto fortuna e forse è in fila ogni giorno per un semplice pasto.Papa Francesco dovrebbe ripartire da qui per dare un vero segnale di cambiamento,tutte le volte che arriva un Papa nuovo lo spero tanto,ma mi sa che anche lui se ne andrà senza aver lasciato una “vera” riforma in tal senso,mi sa che rimarrà a vita la mia “Imagine”. (9/1/2023)
Il PM non ha figli
Sulla recente e piuttosto eterea sentenza riguardante la morte della giovanissima madre Luana D’Orazio,ricordiamo rimasta incastrata sul luogo di lavoro in un orditoio il 3 maggio 2021 a Prato,si è scagliata la madre Emma Marrazzo affermando che evidentemente il pubblico ministero non si è preoccupato di cosa vuol dire perdere una giovane figlia e poi soprattutto in quel modo.Rammentiamo che quella macchina tessile non era in regola,aveva sicurezze e protezioni disattivate,se lo fosse stato probabilmente sarei a scrivere qualcos’altro,ma io che sono nato a Prato,città tessile a livello mondiale,avendo lavorato per decenni nell’ambiente sono abituato alla brutta consuetudine degli imprenditori di togliere tutti gli impicci atti a rallentare la produzione e tra questi ci rientrano fermi, sbarre,cellule fotoelettriche istallate di serie sulle macchine tessili dai costruttori,come la legge richiede,ma che regolarmente saltano via appena il macchinario entra in produzione.E’ una bruttissima e pericolosa abitudine ma a Prato è considerata quasi la normalità,la salute e la sicurezza dei lavoratori evidentemente non sono al primo posto occupato invece dal fatturare e produrre il più possibile.Ecco che in un contesto come questo il giudice poteva cogliere la palla al balzo e agire diversamente con un provvedimento più severo ribadendo che sulla sicurezza sul lavoro non si scherza e chi non si attiene alle normative é destinato a pagarla molto cara.Non conosco esattamente le responsabilità nel caso specifico di Luana ma una sentenza così leggera non può far altro che mantenere lo status quo,della serie “se un giorno dovesse capitare a me,con buoni difensori e sentenze permissive,me la caverò con pochi danni ma almeno fino quel momento ho sfruttato persone e macchinari al massimo come deve fare uno scaltro imprenditore”.Si è scelto dunque di non dare quel segnale che il mondo del lavoro attendeva da sempre,pene severissime per chi privilegia la produzione a scapito della vita e della salute dei lavoratori.Quindi secondo me non è che il pm non ha figli,magari li ha anche,solo che ha mantenuto volutamente la mano leggera probabilmente per non calcare troppo la mano verso quelle precise realtà,si sa che col passare del tempo tutto viene dimenticato e la morte di una persona,seppur giovane,rientra solo a far parte di una pura e semplice statistica. (20/12/2022)
Errori di valutazione
Siamo esseri umani e commettere errori è più che naturale magari pensando di fare la cosa giusta intrprendiamo percorsi che a nostro parere sono positivi non solo per noi ma anche per le persone a noi vicine,poi la verità,se avessimo fatto invece qualcosa di diverso.E’ il caso della guerra in Ucraina,ormai giunta al nono mese,una tragedia per quel popolo,per tutti noi,anche comunque per chi l’ha provocata e/o accettata pensando di fare la scelta migliore.Ho come l’impressione,ma forse non sono solo,che questa guerra sia frutto di enormi errori di valutazione compiuti purtroppo da entrambi gli attori in gioco.Da una parte l’America,pensando che Putin andasse a infilarsi in un pantano simile a quello dell’Afghanistan,ha in sostanza avallato questa “Operazione Speciale” così che il dittatore russo passasse per un cattivone e un macellaio agli occhi del mondo intero,metterlo così in ginocchio con le inevitabili sanzioni contribuendo all’impoverimento e al ridimenssionamento della sua nazione,l’allora Obama non batté ciglio quando la Crimea fu di fatto annessa alla Russia anni fa.Dall’altra la Russia stessa,pensando che dopo pochi giorni di bombe il governo di Kiev e il suo premier fuggisse in esilio e che la popolazione stendesse tappeti di damasco all’arrivo delle truppe sovietiche,è incappata in un errore di valutazione ancora più grande di quello americano,di fatto incasinandosi in un conflitto di cui ancora non si vede la fine,subendo anche perdite ingenti di mezzi e uomini.Purtroppo in casi come questo sarebbe stato necessario avere polso fermo,la vicenda Kennedy-Cuba insegna,perché se davvero non si voleva far iniziare questa guerra il modo c’era ma probabilmente ci sono secondi fini e obiettivi da raggiungere a noi non esattamente conosciuti.Non resta quindi che sperare in un qualcosa che arrivi improvviso dall’alto o paradossalmente in un inasprimento del conflitto così da far capire a tutti che il baratro e il punto di non ritorno si avvicina sempre più.E l’alternativa?Anni e anni di combattimenti,picche e ripicche,distruzione e morte,con cui nessun attore mondiale,neppure la comprensiva Cina,vuole avere a che fare. (9/11/2022)
Speranze poche
Abbiamo votato e finalmente un governo arriverà,entro ottobre o al massimo ai primi di novembre,quando i nodi da sciogliere si saranno trasformati in furbi compromessi perché così funzionano le coalizioni,ci si mette assieme per battere l’altro e per andare al potere,poi si inizia a discutere,le idee non possono certo essere le stesse,infine si trova un accordo-compromesso per riempire tutte le caselle,accontentando un po’ tutti.Così riesumando un vecchio detto-i matrimoni non sono come si fanno ma come riescono-,si cercherà di affrontare l’immensa e quasi impossibile impresa di accontentare l’Europa,l’America,i mercati finanziari,i propri elettori e infine noi cittadini che di solito siamo sempre in fondo alla lista.Per questo motivo nutro non molte speranze in questo governo,la futura premier le cose fondamentali cercherà sicuramente di farle ma deve misurarsi purtroppo contro una serie di forze contrarie che remeranno contro,in primis probabilmente i suoi stessi alleati che seppure usciti malconci dalle elezioni non sono ancora morti e nonostante la percentuale a una cifra vorranno farsi valere il più possibile per sperare un giorno di tornare ai fasti del passato.Una bella gatta da pelare per la Meloni che comunque c’è da dire non ha iniziato male,sobrietà,poche chiacchere,pochi talk show e lo stesso comportamento più o meno suggerito ai suoi,finalmente lontani da quell’eccesso mediatico riscontrato nei governi precedenti ex-Draghi.Le poche speranze,come sottolinea il titolo,sono tutte nella persona della stessa Meloni,prima donna italiana presidente del consiglio,nella sua intelligenza nel non strafare,di mettere velocemente una pezza ai tanti gravi problemi che si troverà davanti,di cogliere le opportunità via via che si presenteranno,nella capacità di mediazione con l’Europa che penso in alcuni casi sarà messa a dura prova,poi sarà quel sarà,non rimarrei stupito se un ennesimo “governo di salvezza nazionale” arrivasse prima della fine della legislatura ma spero in tutta sincerità di no,in questo caso non sarebbe il fallimento della loro politica ma della nazione intera e questa volta forse per sempre. (14/10/2022)
Un passo di lato
Difficile parlare di elezioni,scegliere a chi dare il proprio voto,soprattutto se fondamentalmente non si è capito perché quest’ultime sono state indette.Avevamo una legislatura in corso scadente nella primavera 2023 e un premier che in qualsiasi altro paese farebbero a gara nell’aggiudicarselo,per prestigio,serietà e competenza internazionale,tutto questo mandato sciaguratamente a farsi benedire,senza poi sapere neanche l’esatto perché,sicuramente per convenienze e calcoli elettorali che vista la situazione piuttosto oscura non è il massimo.Ci troviamo quindi a votare per le politiche in un periodo strano,in settembre tra l’altro non credo sia mai successo,con il PNRR da completare e un sacco di obiettivi ancora da raggiungere,una guerra ai confini dell’Europa ancora senza soluzioni,la legge di bilancio da compilare prima della fine dell’anno,una crisi energetica senza precedenti e per non farsi mancare nulla pure un’inflazione che viaggia verso le due cifre con le sue conseguenze che già da tempo tocchiamo con mano.Questa volta,probabilmente più delle altre,c’è davvero il serio rischio di avere un alto tasso di non votanti,astenuti o simili anche perché con questa politica,se la non si riforma al più presto,si può votare anche tutte le volte che si vuole ma cambiamenti e miglioramenti non se ne vedranno mai,questa resta l’unica certezza.Una legge elettorale ambigua e complicata che non aiuta la governabilità,il gioco delle coalizioni buone solo a costituirsi per arrivare al governo per poi litigare e dividersi il giorno dopo,il sempre ottimo “gruppo misto” che entra in gioco a ogni cambio di casacca e un popolo che ancora non ha fatto i conti con il proprio passato mi sembra siano tutti motivi sufficienti per annunciare un ennesimo fallimento politico-elettorale.Mattarella darà il dovuto incarico comunque a qualcuno,un governo si farà,per poi chissà dopo qualche tempo richiamare Draghi o un suo simile e optare per il sempre classico “governo di salvezza nazionale”,in modo da ridare dignità a un paese che ci mette tutto l’impegno possibile per non averla.Dal canto mio,oggi come oggi,sono un mix tra molto arrabbiato e tristemente deluso,andrò certamente a votare ma ci sta che per la prima volta in vita mia non sappia scegliere un simbolo su cui apporre una croce e come me tanti,ma si sa che questo alla politica non interesserà più di tanto,basterà che lo show possa continuare ma il suo castello di sabbia si sta indebolendo e più il tempo passa senza avere risposte più i cittadini un giorno opteranno per un passo di lato,stare fermi un giro e attendere i dovuti cambiamenti e allora il disastro e la disaffezione verso la politica sarà veramente totale. (12/9/2022)
La nazione delle truffe
Potrà sembrare esagerato ma da ogni parte dove si rivolge lo sguardo e/o si apre un cassetto c’è un malaffare,una corruzione,mazzette che vanno e che vengono,prezzi gonfiati,documenti falsi,insomma truffe in genere,le più varie e disparate.Le ultime notizie le abbiamo avute riguardo ai vari superbonus edilizi-una follia vera e propria il 110%-e al reddito di cittadinanza,ma comunque vada il nostro resta un sistema fallace,un colabrodo,al punto che anche se esiste un personale preposto ai controlli spesso e volentieri non si fanno proprio.Negli anni,complice anche il mondo della giustizia e delle carceri che restano ahimè uno dei pochi veri deterrenti,lo stato si è arreso a un modus operandi esageratamente teso a perdonare e a recuperare i malfattori più che a creare degli esempi,è passato cioè il messaggio che si può tentare di fregare il prossimo perché poi anche se va male,un avvocato battagliero,leggi molto morbide e il fatto che le carceri sono piene oltre il limite,presto si torna a casa con il minimo danno.Purtroppo strada facendo la situazione peggiorerà e se non si resetta il tutto iniziando dalle basi non se ne esce.Ripartire quindi da un immediato e urgente piano carcerario che offra celle e spazi all’altezza di un paese civile,quindi applicare le regole,inasprirle se necessario,per far pagare a chi prova a fregare il prossimo una pena severa che oggi invece spesso viene commissionata a casa con i domiciliari e scusate non è esattamente la stessa cosa.Non è bello dirlo e scriverlo,lo ammetto,ma solo con lo spauracchio della privazione della libertà le persone si ravvedono e capiscono che sbagliare a certi livelli può costare caro.Certo tutto ciò non vale per chi in carcere è abituato a starci ma credetemi se una persona normale commette una truffa ma poi una volta condannata si fa anni di carcere,in alcuni casi basterebbero solo dei mesi,la prossima volta ci penserà molto seriamente,oggi in tutta sincerità non è affatto così,il tutto è stato sminuito e declassato e si tende a punire severamente,in alcuni casi neanche,solo i fatti di sangue e/o molto gravi facendo sembrare le truffe quasi una birbata,una goliardata,una prassi semi-regolare che può valer la pena mettere in atto.Purtroppo la deriva è in corso,speriamo che nel tempo ci sia un inversione di tendenza che con gli anni riporti la popolazione all’onestà che come cantava Antonello Venditti ne “Il Treno Delle Sette” del 1973,”onestà una cosa grande,onestà una cosa sola”. (4/8/2022)
Propaganda brutta bestia
Un operazione militare speciale e non una guerra,i nazisti governano l’Ucraina,la Nato è una minaccia per la sopravvivenza della Russia sono soltanto alcune affermazioni del presidente russo Putin purtroppo pensate veritiere da una parte del mondo ma che invece trattasi di pura e semplice propaganda,una brutta bestia,simile a quella proposta dai vari Hitler e Mussolini ai milioni di tedeschi e italiani prima che si venisse a capo della verità che si scoprì stava da tutt’altra parte.Quando in una nazione si uccidono i giornalisti,non si permette alcun tipo di manifestazione contraria al regime,si incarcerano tutti coloro che non la pensano come chi governa si fa fatica a capire chi ha o non ha ragione.La verità è che in Ucraina si sta perpetrando un vero e proprio genocidio,al pari di quello Armeno o del Kosovo,e il mondo non può non reagire a un conflitto a ridosso dell’occidente europeo ormai da decenni disabituato alle guerre,eventi più consoni a paesi tribali e inclini al terrorismo come possono essere alcune realtà asiatiche,africane o islamiche,ottenendo di conseguenza una inevitabile rincorsa agli armamenti e al desiderio di mettersi in sicurezza aderendo alla Nato,meccanismo che già alcuni paesi al confine russo stanno mettendo in atto.L’idea poi che si intervenga per salvaguardare alcune proprie minoranze in difficoltà richiama il comportamento dello stesso dittatore tedesco che all’epoca lamentava disagi nell’allora Cecoslovacchia e che poi portò a poco a poco allo scoppio della seconda guerra mondiale.Non era la realtà allora e certamente non è la realtà adesso.D’altra parte non si sono viste in nessun posto,neppure in quelli a maggioranza russa,manifestazioni di giubilo all’arrivo dei soldati di Putin,segno evidente che anche in quelle zone contese la situazione era ampiamente sotto controllo e sicuramente risolvibile con pochissimo sforzo militare e molta più diplomazia.La prima “fake news” Putin se l’è dedicata a se stesso,convincendosi che in pochi giorni l’intera Ucraina si sarebbe arresa e Zelensky fuggito altrove,per lasciare campo libero ai suoi fedelissimi ma non è andata così e dovrebbe essere lui il primo a prenderne atto e trattare al meglio per una risoluzione della crisi prima che il tutto sfugga di mano,lasciando perdere la voglia di imperialismo che da sempre sopravvive nella sua anima.Prima lo farà prima potrà provare a salvarsi ma l’impressione è che chi dovrà prima o poi sostituirlo,un piano sembra già pronto da tempo,gli faccia finire il “lavoro sporco” che giustifichi migliaia di russi morti in guerra,gli addossi successivamente tutta la colpa per poi farlo uscire di scena e farlo sparire dalla faccia della terra perché la terra non vorrà più neanche sentire il suo nome. (23/5/2022)
Un destino simile
Due uomini di potere molto conosciuti,percorsi certamente diversi,ma per alcuni versi un destino simile.Putin e Berlusconi,da sempre amici e in ottimi rapporti tra loro almeno fino a poco tempo fa,si assomigliano un pò,se non altro per alcune vicende che hanno caratterizzato la loro vita politica e per questo destinati a farsi dimenticare dalla maggioranza dei loro sostenitori.Putin,da oltre vent’anni a capo della Russia dopo un passato da agente KGB,si convince della necessità di intraprendere una personale battaglia imperiale tesa a ricostruire vecchi confini,nel 2014 con l’annessione di fatto della Crimea e i territori a maggioranza russa,poi oggi con una guerra vera e propria,sicuramente mal consigliato e comunque molto leggero nel calcolare che se non muoveva foglia probabilmente era meglio non solo per lui ma anche per tutta la sua nazione,sicuramente sarebbe stato più tranquillo sul suo futuro e su quello della sua nazione ormai definitivamente compromesso dagli eventi in corso,di fatto oggi impresentabile al resto del mondo,oltre tutto scatenando una corsa al riarmo e alla Nato impensabile fino a qualche tempo fa.Analizzando le sue mosse,i suoi proclami,si intravede una figura fondamentalmente debole,ossessionata dal potere,forse malata da tempo,decisa comunque vada a lasciare un segno prima della sua dipartita,in questo caso decisamente negativo.Dal canto suo Berlusconi nella sua storia ha intrapreso altri tipi di battaglie,prima politica con la sua discesa in campo a salvare la nazione da una fantomatica deriva comunista,poi personale tesa a raccattare consensi a qualunque prezzo,perfino quello dello sputtanamento generale sulla compravendita dei parlamentari,cene eleganti,donne varie e nipoti di Mubarak al seguito.E’ comunque rimasta evidente una certa incapacità di cambiare il paese come aveva promesso,quando aveva dalla sua parte una maggioranza in parlamento talmente schiacciante quasi da far paura,andandosi poi a impelagare in questioni private scandalistiche che poco dovrebbero avere a che fare con un premier politico,anche qui il lato etereo e leggero ha prevalso,il capire quando ci si deve fermare e quando no,il pensare che non c’è niente di male nell’avere un determinato comportamento quando invece non è esattamente così.Ancora oggi il suo potere politico,nonostante il partito ai minimi termini,rimane solido se non altro perché anche dalla sua parte politica chi la pensa diversamente e/o vorrebbe iniziare un qualche cambiamento non lo può fare se non ha il suo benestare e così sarà fino alla sua dipartita.Un destino simile per i due amici,dopo la guerra sembra un po’ meno amici,anche e soprattutto nella scelta di attorniarsi di figure favorevoli costruite ad hoc che non li contrastino mai e che gli diano sempre ragione anche se spesso e volentieri le loro decisioni sono strade senza sfondo.Ciliegina sulla torta lo stesso segno zodiacale quello della Bilancia simbolo d’aria e spesso manifesto del non rendersi conto di quello che gli accade attorno. (20/4/2022)
La mano sul sedere
Moltissimo rumore si è fatto per quel tocco di sedere ai danni di una giornalista di Toscana TV,compiuto a Empoli da un tifoso fuori dallo stadio che,preso da un’esuberanza eccessiva,non ha trovato di meglio che appoggiare la mano sul posteriore della bella inviata non pensando neanche minimamente alle conseguenze a cui andrà incontro in questo periodo storico così estremamente “correct”.Fermo restando che la “cazzata” fatta,perché è di questo che si tratta,resta un gesto deplorevole da condannare prima e da denunciare poi,vale la pena riflettere sulla vicenda a trecentosessanta gradi anche e soprattutto perché pochi giorni dopo un fatto di “vera” violenza si svolgeva su un treno regionale nei pressi di Varese e delle due ragazze una di loro non se l’è cavata con un gesto simile ma con un trauma che richiederà parecchio tempo a smaltirlo.I tempi certo sono cambiati,ai miei la carezza sul sedere in molti casi veniva scambiata per un complimento,segno di un qualcosa di bello da omaggiare,spesso tutto finiva con una battuta,forse qualche vaffa,in altri casi la ragazza reagiva con uno schiaffo simbolico o una leggera gomitata.Oggi,come spesso accade quando si esaspera e si porta all’estremo una situazione e poi si vuole anche aver ragione,si parla di penale,di processi,di pene che valgono anni di galera,mentre in questi casi una sostanziosa ammenda di migliaia di euro e una tirata di orecchie fatta bene potrebbe tranquillamente sostituire il tutto e far maggiormente riflettere colui che senza motivo e per gioco si è permesso un simile atteggiamento,così che non si ripeta più,lasciando ai tribunali i casi ben più gravi,le “vere violenze”,che davvero non dovrebbero avere sconti ma essere punite con pene molto pesanti.Il resto è “noia” direbbe Califano,auguro alla bella giornalista,di cui tutti hanno ammirato l’avvenenza sui vari profili social,di non trovarsi mai con le spalle a terra sopraffatta da uno o più uomini che nonostante le richieste di smettere continuano imperterriti il loro scopo,penso che a quel punto una carezza sul sedere assuma un diverso e ben più ingenuo significato. (13/12/2021)
Ecco che ci risiamo
Piuttosto scioccante per noi abitanti di Prato la recente notizia del coinvolgimento di un parroco di una nostra diocesi in serate e festini a sfondo sessuale,con invitati reclutati su internet e fiumi di droga al seguito e per di più anche sieropositivo da molti anni nascondendolo chiaramente a tutti.Le forze dell’ordine nel seguire il compagno del suddetto prete,stava ritirando un pacco proveniente dall’Olanda contenente la famosa droga liquida definita “dello stupro”,ha identificato anche lui stesso presente al ritiro del collo,dando così il via all’indagine culminata con le ammissioni del diretto interessato sulla sua tossicodipendenza e sulle serate omosex organizzate allo scopo.Fin qui direi tutto “tristemente” accettabile se non fosse per il fatto che tutta la droga veniva pagata con i soldi della parrocchia che seppure piuttosto ricca non poteva certo alla lunga sostenere tutti quegli ammanchi.Ma quello che è ancora più grave e sconcertante resta il fatto che da mesi e mesi tutto ciò era a conoscenza del Vescovo e nonostante i fatti abbastanza evidenti e la revoca del potere di firma sul conto della parrocchia non ha provveduto a rimuovere all’istante il prete e a denunciarlo in procura,permettendo allo stesso di continuare a ricevere soldi dai suoi parrocchiani sfruttando carte ricaricabili con la scusa di improbabili donazioni destinate a famiglie povere e bisognose.Lo stesso Vescovo sembra abbia acconsentito nel non girare il coltello nella piaga cercando di guadagnare tempo e consigliando al prete di ipotizzare problemi di salute per giustificare il suo futuro allontanamento,non rivelando cioè nulla di nulla a nessuno,se non fosse che poi la vicenda è esplosa in tutta la sua gravità provocando giustamente l’ira e la rabbia di chi si è fidato della persona e si è visto sfilare soldi in nome dell’umana carità.Per tutto questo,parlando sempre del Vescovo,non credo bastino le sue scuse avvenute in chiesa la domenica successiva alla notizia ma ci vorrebbero sacrosante le sue dimissioni perché con queste responsabilità non penso sia possibile avere in lui più alcuna fiducia.Ecco che ci risiamo.Uno dei più importanti problemi della Chiesa rimane da sempre la mancanza di trasparenza,il nascondersi dietro a un problema,l’accettare che un uomo del loro ambito può anche rivelarsi tutt’altro,avere la forza di rimuoverlo immediatamente perché anche a essere cristiani “doc” certi comportamenti non potranno mai essere accettati e perdonati,il perdono vero e proprio non spetta a noi ma al nostro Creatore,se mai si crede ce ne sia uno.Caro Papa Francesco la formula della toppa a coprire le vicende poco chiare e a volte molto gravi che si è sempre rivelata nella storia della chiesa alla fine peggiore del buco funziona sempre meno anzi non funziona quasi più ed è ora che tutta la tua “Chiesa” lo capisca,con le buone o con le meno buone,pena una mancanza di credibilità che,dalla pedofilia,agli attici ristrutturati con i soldi delle offerte,gli immobili acquistati e rivenduti alla ricerca di un profitto come una qualsiasi società finanziaria,alle questioni di cronaca nera non ancora risolte,la gestione dei soldi dello Ior non sempre cristallina,ha raggiunto livelli estremi nella popolazione.Prima che la situazione degeneri ulteriormente non si capisce perché non si possa agire diversamente una volta per tutte accettando la vita degli uomini per quello che è,a volte da lodare e a volte da condannare,sempre comunque umana. (27/9/2021)
Un Calcio alla noia
Due formazioni contrapposte che sotto gli occhi dei propri tifosi e vincere una sfida rincorrono una palla da insaccare nella rete avversaria questo è il calcio ma da parecchio tempo questo sport non diverte più come una volta e anche se giocato ad alto livello sono maggiori i momenti di debolezza e di noia che quelli di attenzione e interesse.Si spiega così il tentativo di alcuni club di creare una competizione di maggior livello,la famosa SuperLega,dove si possano incontrare solo le grandi squadre per poter così regalare maggiori emozioni rispetto a una normale Champions che diciamocelo francamente inizia a essere interessante solo a partire dagli scontri diretti,relegando la fase a gironi a un qualcosa di eccessivamente lungo e noioso.Il progetto è naufragato ma il concetto di base non è tutto da buttare,potrebbe essere sfruttato inizialmente nei tornei nazionali con le prime quattro o cinque squadre di ogni Lega promosse a una nuovo campionato europeo,siamo in Europa,no?,aprendo finalmente alla possibilità che una formazione minore vinca un campionato nazionale per ambire così successivamente al circuito maggiore.L’eventuale futura Champions potrebbe quindi essere raffinata ulteriormente secondo il merito,quindi non di diritto,in un torneo finale crema della crema.I giovani poi sembrano sempre meno interessati al calcio oggi in effetti piuttosto dormiente per chi lo vede e potrebbero a riguardo essere cambiate alcune regole per velocizzare il tutto e renderlo più attraente.La prima vietando i passaggi all’indietro verso i portieri che alla fine in una partita toccano più palle di un attaccante modificando l’abitudine del calcio moderno con la sua impostazione del gioco dal basso,obbligando successivamente lo stesso portiere alla fine dell’azione al rinvio verso metà campo come avveniva in passato.Un altra opzione potrebbe essere battere con i piedi i falli laterali,magari dalla metà campo in poi,causando nella vicinanza dell’area più possibilità di lanciare palle nel suo centro condizione essenziale per creare occasioni da goal.Si dovrebbe poi agire anche sui fraseggi eccessivi fuori area,a volte lunghi e stancanti,vivacizzare anche qui il gioco riportando in voga un po’ di più il vecchio caro cross nella mischia mentre oggi molti movimenti fuori area si risolvono con un nulla di fatto con la palla che spesso da inizio area avversaria ritorna a metà campo e poi al portiere.Ci sarebbe quindi la possibilità di individuare qualche cambiamento vincente per rivitalizzare questo calcio già da tempo in difficoltà,purtroppo continuando così non basterà la fine della pandemia per salvarlo. (24/5/2021)
Sequestri fasulli
Piuttosto scioccante è stata la notizia di qualche giorno fa dove dopo l’arresto di tre persone veniva a galla la certezza che due degli ultimi sequestri di persona di italiani avvenuti all’estero erano fasulli.I due imprigionati,tale Sandrini e tale Zanotti entrambi del bresciano,si erano messi d’accordo con gli arrestati per andare in Siria o in Turchia farsi prelevare da bande locali accuratamente della partita per poi spartirsi l’eventuale riscatto che l’Italia in questi casi è sempre pronta a pagare.Trattasi sicuramente di figure allo sbando e magari piene di debiti che,avvicinate da esseri senza scrupoli,non ci hanno pensato due volte nell’attuare il geniale piano per tirarsi fuori dai guai.Il problema per loro si è fatto incubo quando le bande locali,ricevuti gli ostaggi,non hanno rispettato i patti e mossi dal desiderio di guadagnarci due volte li hanno venduti a veri terroristi diventando così il sequestro reale a tutti gli effetti.Una truffa vera e propria che li costringerà a risponderne alle autorità con lo stato italiano a fare la bella statuina che per evitare seccature paga e in assenza di cambiamenti futuri pagherà sempre,in un girotondo di situazioni che,dai vari cooperanti di fantomatiche organizzazioni umanitarie fino a tutti quelli che si avventurano in paesi difficili senza un vero perché,continua da anni senza regole e senza nessuno che se ne assuma la responsabilità.Molti di noi si ricorderanno le varie Vanessa e Greta-Siria 2015-,fino alle due Simona-Iraq 2004-,per non parlare di Silvia Romano rapita recentemente in Kenya e pure convertita all’Islam,una vicenda ancora avvolta nel mistero.Apparentemente oche giulive,spinte magari anche da buoni propositi ma che non si sono mai domandate veramente quali sono i reali pericoli nel muoversi in quei contesti,forse pure mal consigliate,il più delle volte mosse da fallimenti personali e in fuga dalle proprie famiglie visto che per fare del bene e aiutare il prossimo non c’è assolutamente bisogno di andare così lontano.Ecco che alla luce odierna dell’inchiesta in corso,oltre ad augurarsi in futuro regole severe per chi si addentra senza valide motivazioni in quelle realtà e di conseguenza responsabilità certe,mi domando se alla base di altri sequestri,compreso quelli sopra citati,ci sia stato un risvolto di quella natura.Magari tutte le altre vicende del passato sono pulite ma un controllino ad ampio raggio sui conti correnti degli interessati e su quelli dei loro cari io lo farei,non si sa mai che alla fine della fiera non venga fuori qualcos’altro degno di nota da segnalare e accuratamente da denunciare. (28/4/2021)
Positivi e negativi
All’avvicinarsi delle seconda Pasqua blindata,per l’onda lunga del Covid,tutti noi non solo siamo stanchi per il perdurare di questa situazione ma forse anche un po’ risentiti per il fatto che forse non è poi così certo che in quest’anno sia stato fatto tutto il possibile per limitare i mille disagi che abbiamo dovuto sopportare.Quello che più salta agli occhi fin dall’inizio dell’evento rimane la decisione,credo la prima nella storia dell’umanità,di trattare virus influenzali,per la loro natura estremamente contagiosi e quindi difficilmente tracciabili,con un modus operandi degno di situazioni ben più gravi,di conseguenza dividere la popolazione indipendentemente dalla loro salute in “positivi” e “negativi” con tutti i conseguenti problemi e/o conseguenze soprattutto di natura sociale e psicologica.In passato le varie epidemie influenzali,a volte anche piuttosto gravi come le “asiatiche” degli anni sessanta,sono state affrontate curando chi aveva bisogno ma lasciando tutto aperto e non è che allora le persone non morivano solo che si consideravano eventi ineluttabili facenti parte della nostra vita e di quello che capitava,al contrario di oggi dove le prime notizie di qualsiasi giornale o Tg riguardano il virusm sovraesponendo l’evento così che appaia ben più grave di quello che è in realtà.Lo so che chi ha avuto delle perdite tende a pensarla diversamente ma le morti del passato,scarsamente conosciute e poco pubblicizzate,certamente non valevano di meno.Ho sempre pensato e creduto che queste nature di virus vada combattuta sul campo,permettendo agli stessi di circolare e contaminare la popolazione così da renderla più forte in futuro e visto che il 90% della popolazione o non ha sintomi o li ha in forma lieve rimane difficile digerire che per quel dieci per cento si debba inscenare una simile tragedia nazionale.Il virus fa il suo mestiere,siamo noi che non abbiamo fatto e continuiamo a non fare il nostro che sarebbe quello non certo di chiudere tutto ma di avere piani alternativi per aumentare i posti letto,i dottori,gli infermieri,migliorare la medicina del territorio con i dottori di famiglia,diventati oggi poco più che semplici impiegati,assieme a tutte quelle strutture dedicate allo scopo di salvaguardare la salute di chi è una vita che paga per avere una sanità efficiente ma che poi si ritrova su un ambulanza fermo in fila in attesa di poter avere un letto disponibile.Davvero non so,forse va bene così,forse non interessa spendere più di tanto per la salute nazionale neppure in emergenza,forse politicamente c’è qualcos’altro a livello mondiale che non conosciamo ma che sono sicuro tra qualche anno verrà fuori.Magari in futuro si dirà che gli asintomatici non creavano problemi,le chiusure non servono praticamente a nulla,sui vaccini lo scopo era quello di inocularli a tutti due o tre volte prima di passare a cure diverse,vedremo,il tempo sempre galantuomo ci riserverà sicuramente delle sorprese.Al momento stiamo assistendo al “delitto perfetto” dove l’assassino-Covid ha compiuto il suo omicidio e tutti noi lo abbiamo subito da impotenti non essendo riusciti a incolpare nessuno,per non parlare delle eventuali prove che anche se uscissero fuori nessuno pagherà mai per questo misfatto.L’unica speranza non sono i vaccini,sono arrivati e alla fine avanzeranno,ma che davvero sotto sotto non ci sia niente e che entro breve tempo di positivi e negativi non se ne parli più ma si curi chi ha bisogno senza fare tante storie,nel mondo sempre così è stato fatto e l’umanità non si è estinta,insomma una sana e onesta normalità deve tornare a prevalere.Soprattutto non deve assolutamente passare la battuta per la quale negli anni passati si doveva stare alla larga dalle persone negative,durante quest’ultimo periodo dalle persone positive e nel futuro prossimo dalle persone. (23/3/2021)
Un Presidente “ponte”
La vita del settantottenne futuro presidente degli Stati Uniti Joe Biden è stata segnata da almeno due episodi molto tristi riguardanti la sua famiglia.Il primo nel 1972 quando la moglie,in auto con i tre figli,ebbe un incidente stradale in cui perse la vita lei e il più piccolo che all’epoca aveva solo tredici mesi.Il secondo durante la presidenza Obama,quando il figlio maggiore Beau muore a quarantasei anni per un tumore al cervello.Nel frattempo dopo aver cresciuto i figli praticamente da solo si è risposato nel 1977,avendo dall’attuale moglie una figlia nel 1981.Al suo attivo una carriera politica di tutto rispetto,ritrovandosi però praticamente fuori gioco alle primarie del 2008 per gli scarsi risultati ottenuti ma trovando in Obama l’uomo-Presidente che lo rilancia volendolo al suo fianco per i due mandati che conosciamo.Vincendo le primarie nel 2020 sfida Donald Trump e anche se quest’ultimo resisterà fino alla morte non accettando il risultato delle urne si ritroverà a giurare per diventare definitivamente il 46° presidente USA il prossimo 20 gennaio 2020.Decisiva per la sua vittoria la scelta della sua vice,la indo-giamaico-americana Kamala Harris,che oltre a essere donna e pure giovane-56 anni-ha incarnato la figura ideale per raccattare i voti femminili di tutte le minoranze possibili e immaginabili.Joe Biden quindi è riuscito nell’impresa,non sempre scontata,di prendere due piccioni con una fava cioè garantirsi la presidenza offrendo al popolo americano la sua esperienza di politico navigato anche per gli otto anni di vicepresidenza,la Harris difficilmente sarebbe passata in maniera diretta,e avere accanto una figura come la senatrice della California garantendo così al suo partito un futuro di continuità.Proprio la sua età avanzata,assieme ai suoi problemi di salute,potrebbe far si che Biden inizi la sua storia di presidente ma non la finisca non necessariamente per morte ma perchè lo stress,gli impegni serrati e la natura del suo mandato implica figure forti e sane cosa che il nuovo presidente proprio per i suoi trascorsi non è,diventando quindi il “ponte” ideale tra l’esperienza del passato e la gioventù di un possibile futuro che porterà la Harris a diventare la prossima candidata alla presidenza e probabilmente la prima donna della storia americana a ricoprire tale ruolo. (30/11/2020)
Cartellino rosso Covid
Gia da diversi anni,e successivamente a seguito della figuraccia mondiale della mancata qualificazione ai mondiali di Russia 2018,evidenziavo problemi presenti nel mondo del calcio diventati in questo periodo sempre più esasperati dall’emergenza Covid.La mancanza di pubblico negli stadi,i mancati introiti pubblicitari e una scellerata gestione del denaro,complice un sistema falso e malato,stanno mettendo in seria difficoltà le società e i loro bilanci sono sempre più tendenti al rosso mentre come stranezza assoluta i portafogli dei calciatori di serie A sono sempre più gonfi.Purtroppo si continua a insistere con questo “modus operandi”,con i procuratori ormai ultramilionari che fanno il bello e cattivo tempo con i loro assistiti consigliandoli cambi di casacca continui così che il loro conto in banca lieviti,con l’assurda formula del “cartellino” cioè della proprietà,quando invece secondo logica i professionisti di qualunque sport dovrebbero essere assimilati a lavoratori dipendenti o a professionisti autonomi,con tanto di busta paga o fattura da emettere nel caso si scelga la strada della partita iva.Le proprietà non dovrebbero esistere,da quando un operaio o un tecnico è proprietà dell’azienda per cui lavora,tutti questi movimenti di milioni di euro dovrebbero diventare un ricordo del passato.Le società assumono calciatori per i loro obiettivi e questi dovrebbero avere la possibilità di essere liberi di fare una semplice raccomandata e di andare a giocare/lavorare in un’altra squadra.Lo so il tutto risulta troppo semplice e molto utopistico oltre che rivoluzionario ma sarebbe l’unica soluzione per riformare un calcio ormai fuori controllo.Con gli stipendi da pagare e gli introiti che arriverebbero solo dalla pubblicità,dagli incassi,stadi,gadget eccetera e venendo meno il mercato delle vacche tutto si ridimensionerebbe e probabilmente forse sarebbe la volta buona che il sistema possa riuscire a riequilibrarsi e magari col tempo una squadra minore possa anche farsi valere un po’ di più come una volta quando anche il Cagliari,il Bologna o la Fiorentina vincevano il campionato.Aspettiamo fiduciosi un cambiamento con la presa d’atto che la situazione in corso diventerà sempre meno sostenibile,l’importante è che i soldi che oggi mancano alle società non li chiedino a noi contribuenti cosa invece probabile visto che al calcio tutto si perdona e tutto si concede.Se la risolvino per conto proprio e in attesa di riforme più importanti si ridimensionino i bonifici mensili dei giocatori che a differenza di molti comuni mortali arriveranno comunque lo stesso a fine mese. (27/10/2020)
La norma e l’eccezione
Il viadotto “Polcevera” di Genova,noto anche come ponte “Morandi” dal nome del suo progettista,il 14 agosto 2018 crollava a causa soprattutto della scarsa sua manutenzione,il tutto sommato a problemi strutturali e di deterioramento che altri ponti simili in Libia e in Venezuela hanno avuto.Metabolizzate le 43 vittime che rimarranno nella memoria di tutti noi ancor più importante era dare un segnale di rinascita e di orgoglio non solo per la città Genova ma anche per l’Italia intera ed ecco che in poco meno di due anni un nuovo ponte denominato S.Giorgio,su progetto di Renzo Piano,viene inaugurato gridando davvero al miracolo in quanto rispetto agli standard davvero poco è stato il tempo a disposizione per costruirlo se si contano anche i tanti giorni spesi a demolire il vecchio compresi i palazzi che sopravvivevano in maniera piuttosto pittoresca al di sotto del ponte precedente.A questo punto un’osservazione arriva spontanea,tutto questo lavoro in così poco tempo fa piacere assai ma dobbiamo renderci conto che non è certo questa la norma ma una sporadica eccezione dovuta principalmente a motivi di interesse nazionale,oltre che politici e che questo purtroppo in futuro quasi sicuramente non si ripeterà.Sappiamo quanto incide la burocrazia in Italia e quanti enti o uffici si devono contattare per dare il via a un’opera,qualunque essa sia,quindi in futuro se si vuole dare un vero e proprio segnale di cambiamento all’Europa ma anche e soprattutto a tutti gli investitori esteri che sono nel dubbio se investire o no in Italia bisognerà cercare in tutti i modi di invertire le due parole,la norma deve diventare l’eccezione e viceversa.Succederà questo a breve termine?No purtroppo soprattutto non con questa classe politica preoccupata più di tirare l’acqua al proprio mulino-come i tre fratelli e un cugino del detto toscano-che a pensare all’interesse del paese che dovrebbe essere il primo obiettivo di chi va a governare.Ci vorrà tempo,nuove figure in ogni campo sia politico che giudiziario,forse un governo nazionale di largo respiro per provare a riscrivere interamente tutte quelle leggi che possano permettere all’eccezione ponte “S Giorgio” di diventare la normalità e viceversa l’insieme delle varie tangenti,mazzette,aumenti di budget,progetti fermi sulle scrivanie per tornaconti personali diventare eccezione,sperando di poter vedere il più presto possibile questo cambiamento. (8/8/2020)
Le mele marce
Ogni volta che viene fuori uno scandalo riguardante le forze dell’ordine,siano carabinieri,polizia o altro,istintivamente si tende a catalogare l’accaduto come un episodio isolato e a classificare i personaggi interessati come elementi marci in un contesto generale da sempre considerato sano e al di sopra di ogni sospetto.Ma proprio come Gian Maria Volonté nel film di Elio Petri del 1970,un commissario che uccide la fidanzata e sparge prove a suo carico per sfidare i suoi stessi colleghi sicuro di farla franca solamente per il posto che occupa,anche questi carabinieri di Piacenza,incriminati per tutta una serie di reati anche piuttosto gravi compiuti non in una settimana ma in diversi anni,devono aver avuto la sensazione di farla franca comunque,sorretti dalla divisa che tutti i giorni indossavano e da un ambiente sicuramente protetto a tutti i livelli.Dopo il clamoroso caso Cucchi e la vicenda Aldrovandi,sommate a una serie di irregolarità che vanno dalle carceri di Torino a altri episodi più o meno gravi,parlare di “mele marce” risulta purtroppo riduttivo.Probabilmente è una parte del sistema che è impostato così e chissà quanti altri casi salterebbero fuori se solo la reticenza che sopravvive all’interno delle relative caserme venisse meno.Certo la stragrande maggioranza degli uomini delle istituzioni sono figure senza macchia ma il crescente numero di personaggi in divisa corrotti e pure criminali possono davvero mettere in crisi lo stato,l’intera sua credibilità e credo sia giunta l’ora di intervenire prontamente con indagini senza paura,facilitando le denunce all’interno delle caserme,con condanne severe e rigorose che creino esempi da poter esibire a tutti coloro che verranno.Purtroppo decenni di democrazia piuttosto permissiva hanno creato una sorta di limbo intoccabile dove per chi è all’interno può risultare semplice perdere il controllo,poi con gli avvocati giusti e i processi accomodanti pure perdonata.Questo se può essere sopportato in senso generale da tutti noi non lo è certamente all’interno delle istituzioni dove si presuppone che almeno in quei posti il tutto si svolga senza macchia proprio come all’interno della chiesa fanno ribrezzo tutti quei sacerdoti che mettono le mani addosso su coloro che dovrebbero proteggere.La speranza resta quella che con quest’ultima vicenda si sia varcato un limite importante e che a questo punto diventi un obbligo intervenire con forza a tutti i livelli,anche i più alti,in maniera che un veloce cambiamento possa avvenire,riflettendo che su chi veste una divisa,qualunque essa sia,gravano una serie di responsabilità,di attenzioni verso gli altri,di rispetto dei diritti e delle leggi di gran lunga superiore rispetto a noi comuni mortali.Dobbiamo fare il possibile perché tutto questo non accada mai più e che le persone tornino a scandalizzarsi con forza invece di pensare che in fondo tutto il mondo è ormai contaminato e che non valga più la pena neppure di indignarsi. (24/7/2020)
Lo sfogo mal indirizzato
Complice alcuni poliziotti americani che con i loro comportamenti ci hanno messo seriamente del loro assistiamo in questo periodo già complicato di suo per gli strascichi del Coronavirus a un movimento pressoché globale atto a distruggere tutti quei simboli che nel passato più o meno hanno avuto a che fare con il confronto/scontro tra bianchi e neri o comunque con i problemi razziali in genere.In una recente dichiarazione il noto giornalista e storico Paolo Mieli non solo condannava tutto lo sfogo rivolto prevalentemente alle statue e ai monumenti oggetto del contendere ma che addirittura se dipendesse da lui vedrebbe positiva una legge in costituzione che ponesse tutto questo fuori legge.Mi associo decisamente ritenendo alquanto stupido e illogico distruggere quei simboli solo perché quel personaggio,nel suo contesto storico e tra le molte cose positive,non si capirebbe altrimenti l’istituzione di un eterno riconoscimento,risulta anche qualcosa di poco chiaro e/o discutibile almeno visto con gli occhi di oggi.Tutti i monumenti o statue di qualsiasi figura,oggi scomoda in alcuni suoi comportamenti del suo tempo,ritengo giusto sopravvivano al loro posto se non altro per avere la possibilità di ricordarli e giudicarli ogni volta che li vediamo rileggendo il loro percorso,valutando i loro meriti e criticando i loro errori almeno per giudicarli e sarebbe già tanto questo.Purtroppo la storia è piena di fatti il più delle volte negativi e se ci sfoghiamo con il nostro passato in questa maniera non svolgiamo un buon servizio alle nuove e future generazioni che dovrebbero venir su in grado di avere il giusto spirito critico per capire cosa è stato buono e cosa cattivo per l’umanità in generale,senza mai soffermarsi eccessivamente su un singolo aspetto.Spero tutto questo passi presto e che i personaggi storici ritrovino la loro collocazione e che invece che sfogare la rabbia verso un passato che comunque vada non verrà mai cancellato questa sia invece indirizzata,sempre se possibile nelle giuste modalità,verso il nostro presente che oggi come allora non è per niente positivo e trasparente come sembra,essendo zeppo di personaggi ambigui,sfruttatori del lavoro altrui,evasori,figure che vivono alle spalle degli altri,per non dire veri e propri criminali.Lasciamo per cortesia la storia nei libri da studiare a scuola e anche nell’insegnamento verso i giovani cerchiamo di non essere mai estremi ma di valutare i fatti nella sua interezza,non in base a episodi isolati,lottando dunque con tutte le nostre forze affinché ogni evento del nostro passato sia utile soprattutto al fine di evitare in futuro simili comportamenti distruttivi e sia questo a pieno titolo classificato come un comune atto di delinquenza.Onestamente nel mondo moderno,tralasciando le derive dittatoriali,non si è mai visto progredire e migliorare rovinando o spezzando ciò che non ci risulta simpatico soprattutto perché la nostra storia anche nei suoi momenti più bui merita di essere affrontata e giudicata ma mai e poi mai cancellata. (17/6/2020)
Quattro osservazioni e una vergogna
In piena emergenza Covid dopo le prime considerazioni sugli effetti che da sempre al mondo provocano questi eventi globali che spesso ne approfitta per riordinarsi,rigenerarsi e poter ripartire in maniera più giusta ed equilibrata corretti i vari eccessi,a fatti avvenuti,una serie di osservazioni nascono spontanee.La prima riguarda il sociale,il fatto che forse si poteva gestire tutto in maniera più soft,diciamo a metà strada tra il rigore cinese e la libertà di movimento dei paesi del nord europa,permettendo così ai cittadini di avere più possibilità di movimento certo con le dovute precauzioni ma senza dover mostrare documentazioni.Inoltre alcune realtà commerciali potevano comunque rimanere aperte organizzandosi con prenotazioni ed entrando pochi per volta,si poteva inoltre pensare di fare meno file davanti ai supermercati se si obbligava la grande distribuzione ad attrezzarsi meglio e in maniera più affidabile nelle consegne alimentari a domicilio,nel complesso forse così ci sarebbe stato un’alleggerimento generale della pressione e la nostra vita da reclusi sarebbe stata sicuramente migliore.La seconda di natura medica mi ripete che in questi casi,come avvenuto in passato,si guardi i filmati video in b/n sull’influenza del 1969/70 che fece allora più di ventimila morti,la convivenza con i virus resta un fattore determinante,tutta la popolazione prima o poi ne verrà sfiorata o colpita,dobbiamo solo avere dalla nostra una sanità efficiente,piani alternativi per le emergenze con strutture pronte e predisposte per essere attivate in pochissimo tempo con all’interno tutti i dispositivi medico-sanitari necessari dopo di che si chiede solo al sistema sanitario di curare più persone possibili ricordando che in tempi di guerra,perché di questo si parla di una vera e propria guerra,non tutti possono essere salvati.Questa rimane la vita ma quando la stragrande maggioranza delle persone sane sono rinchiuse in casa altro non si può pensare che solamente la paura di non poterle curare,negli anni tagli infiniti alla sanità e dimezzamento dei posti in terapia intensiva hanno di fatto creato i presupposti di ciò che è successo,fa si che l’unica soluzione,ma non la più sensata,sia scappare dal virus e non affrontarlo sul campo.La terza si sofferma sull’economia e i suoi dolori,visto il lock-down prolungato,sarebbe il momento di riaprire gradualmente anche perché di fatto nel nostro paese più del cinquanta per cento delle attività sono già aperte quindi tanto vale aumentarlo questo numero.Inoltre questo potrebbe essere una volta per tutte l’occasione di tagliare le spese inutili della politica,snellire la burocrazia ormai insopportabile,recuperare i soldi dell’evasione fiscale in maniera più rapida e decisa e mostrarsi all’Europa forti e decisi nel tagliare i nostri costi e il nostro debito,ora o mai più.La quarta inevitabilmente riguarda la politica con le sue divisioni e i suoi litigi e ricordando che seppur giusto avere differenti visioni sull’emergenza non dovrebbero esistere in questi casi un governo e un’opposizione ma un’unica nazione in lotta con tutte le sue forze per il raggiungimento della soluzione della crisi in atto per il bene dei propri cittadini.Il far valere le proprie ragioni in Europa,sempre restia ad aprirti l’ombrello quando piove,l’unità,la determinazione e la forza di un paese unito e importante a livello industriale come l’Italia può fare la differenza quando vai a chiedere alcune cose,soprattutto se sono anche giuste.Rimane la vergogna,quello che non mi sarei mai aspettato in questo periodo a cavallo delle festività della Pasqua cioè l’assenza da parte della Chiesa delle benedizioni nelle case.Una cosa anche buffa visto che gli stessi sacerdoti sono da sempre in prima fila tra i malati e dove c’è bisogno di aiuto e di assistenza visto che molti di loro hanno pure avuto esperienze estere in paesi difficili dove lì davvero si rischia la pelle non solo per un contagio influenzale.Soprattutto rimane una decisione che non ho capito per lo scarso rischio che ci poteva essere nell’effettuare una benedizione su una porta di casa che visto il momento magari a qualcuno poteva essere di sollievo,ma visto,sentito e letto che nessuno ci ha fatto caso forse ha creato meraviglia e vergogna solamente a me. (15/4/2020)
Il mondo si riordina
Ci aspetta un periodo economico difficile dopo che un virus misterioso,non si sa se volutamente o casualmente,è piombato sul nostro mondo e sulla nostra quotidianità che risulta in queste ore piuttosto stravolta.Il pianeta sempre in questi casi si rigenera,riprende fiato,taglia i rami secchi,corregge gli eccessi di un sistema per lo più occidentale che non può sempre crescere all’infinito non tenendo conto di tutti quelli che rimangono indietro che non ce l’hanno fatta o che non riescono a tenere il passo per via di una serie infinita di esagerazioni che riguardano il sociale,il finanziario e pure il lato umano.Viviamo un po’ tutti al di sopra delle nostre possibilità con stili di vita che spesso non ci riguardano e troppo spesso lo facciamo proprio a scapito di una parte della popolazione che prima o poi dovrà pure essere presa in considerazione.In questo periodo,all’interno della nostra bolla ricca e luminosa,probabile che per lo più si salvi chi con lungimiranza ha tenuto conto del risparmio e chi ha prestato attenzione ai propri cari più che a se stesso con una saggezza che dobbiamo tutti con l’occasione ritrovare dentro di noi.Non dobbiamo pensare di essere invincibili o potenti ma essere un po’ meno egoisti e più solidali perché come vediamo basta che si insinui in noi un essere piccolo e invisibile e tutto cambia,il valore della nostra vita improvvisamente crolla.In economia e in finanza forse la mossa che si aspettava,i mercati si puliranno dagli eccessi e da quanti pensavano di guadagnare all’infinito non considerando affatto la prospettiva del medio e lungo termine,viceversa cosa buona e giusta per essere tranquilli nei nostri investimenti.Insomma questa vicenda che ricorderemo in futuro,questo è certo,ci faccia riflettere noi e i nostri governanti quando in passato tagliando a più non posso la sanità,solo nel Lazio negli ultimi anni oltre dieci ospedali sono stati chiusi e/o abbandonati,oggi piangono che i posti disponibili scarseggiano e forse neanche basteranno.Basterebbe solo spendere meglio i soldi dei contribuenti,eliminando le tante spese inutili,facendola finita una volta per tutte con l’esaltazione del dio denaro e pensando di più a proteggere la gente che si sacrifica e paga da una vita anche per non essere lasciata al suo destino,sperando di liberarsi presto da questo incubo e applicando in futuro ciò che di più prezioso abbiamo cioè la “ragione”.Riservandoci in un secondo momento eventualmente di dissentire sui provvedimenti presi nello specifico e sul loro controllo,sulle politiche che hanno preso il sopravvento in un clima di paura come questo,non preoccupiamoci perché mi sa che ci sarà tempo almeno fino all’estate prossima. (13/3/2020)
Italia di rendita
La nostra cara Italia,troppe volte declassata e indicata come entità povera,in realtà è un paese piuttosto ricco,solo che la sua ricchezza rimane in mano a pochi,mal distribuita,ormai da tanti anni proveniente soprattutto dalle rendite di capitale più che dalla produzione di beni e servizi.Una nazione che da tempo si è fermata preferendo localizzare alcune attività in altri paesi con l’immigrazione che in parte ha coperto quei settori lavorativi definiti umili.Ha inoltre da tempo smesso di lavorare,cedendo o affittando,alle nuove leve emergenti provenienti spesso da paesi terzi i propri beni di famiglia con gran parte della nostra gioventù che non studia e non lavora e vive in casa dei genitori approfittando della ricchezza familiare risalente al periodo d’oro degli anni 70-80,il nostro vero boom economico con i famosi titoli di stato al quindici per cento annuo ma che è in fase di esaurimento da oltre un ventennio.Senza volersi soffermare su chi ha scelto la strada dell’illegalità per andare avanti e riconoscendo che esiste comunque un certo movimento nei negozi,nei ristoranti,nella spesa in generale e accettando il fatto che molte direi moltissime spese di oggi passano attraverso le fatidiche “rate” che ormai coprono ogni tipo di bene dobbiamo comunque affermare che gran parte di questo buon livello di vita è coperto dalle rendite accumulate dalle famiglie in quegli anni oltre a una consistente e importantissima quota proveniente dalle pensioni degli anziani alcune anche molto alte perché conteggiate sul vecchio sistema retributivo ma tutto questo però è destinato a finire prima o poi o comunque a ridursi sensibilmente.In questi casi il futuro arriva solo ed esclusivamente dalle politiche governative,volte a garantire un lavoro certo e non precario ai nostri giovani,almeno per cercare di limitare i loro sempre più frequenti trasferimenti all’estero e corredato e ampliato da soluzioni economiche che privilegino la produzione più che la rendita,diminuendo quindi il costo del lavoro alle imprese facilitando così le assunzioni che dovranno però essere più sicure e garantite.Il lavoro in grande misura si crea soprattutto facendo ripartire i cantieri e le grandi opere semplificando le procedure e dando per legge scadenze di fine lavori così severe e certe da disincentivare i lavori infiniti,a cui noi italiani siamo così tanto affezionati,provocando così un effetto positivo a cascata sull’intero mondo lavorativo.Un reddito di sussistenza più che di cittadinanza ci può anche stare ma dovrebbe essere volto solo ed esclusivamente a creare forza lavoro più che a mantenere uno status quo a cui la nostra natura italiana tiene tanto.Insomma evitare per quanto possibile il far si che l’accresciuta ricchezza dell’uno causi l’impoverimento dell’altro,prestando attenzione a tutto il quadro economico e sociale e riequilibrando di volta in volta il sistema,anche se ciò può causare per i governi in carica una momentanea perdita di consensi.Il beneficio in positivo ce lo ritroveremo più avanti nel medio e lungo periodo e sarà tutto a vantaggio delle generazioni future ma così continuando,il non scegliere e il non agire per non perdere voti,il percorso verso un baratro più o meno profondo rimane l’unica certezza. (21/2/2020)
Bravi ragazzi
Ciò che leggiamo sui giornali a proposito dei giovani d’oggi non è molto rassicurante,quando non si stampano con la macchina di notte al ritorno da una discoteca magari impasticcati o ubriachi si azzuffano in maniera violenta tra loro,quando non sparano a caso per un presunto torto subito se la prendono con la loro ex amata perseguitandola in tutti i modi possibili per non rammentare quella tragica notte di violenza a Roma dove un ragazzo reclutato per un possibile festino a base di droga e alcol non ne esce vivo grazie a due sballati da paura.Evidentemente c’è qualcosa che non va soprattutto perché nella maggior parte dei casi si corre quasi sempre a ripetere che non c’erano segnali al proposito e che mai si sarebbe pensato a tutto ciò concludendo che in fondo tutto sommato si tratta di “bravi ragazzi” con il disagio per genitori,parenti,amici e insegnanti di cadere a quel punto dalle nuvole.Certo la famiglia di oggi non compie più il suo dovere di educatore,relegando alla scuola e alla società questo compito,presa com’è a star dietro al suo mondo,principalmente far quadrare i conti ma anche diciamola tutta per mandare avanti i fatti propri.D’altro canto la scuola da anni non riesce a incidere più di tanto sulla questione bloccata dalla privacy e dalle leggi e da un meccanismo complessivo che nel tempo si è completamente ribaltato.Un tempo gli insegnanti si sostituivano alla famiglie e intervenivano quando vedevano che qualcosa non quadrava mentre oggi non possono più farlo perché verrebbero crocefissi o come minimo denunciati.Si è dunque allargata la forbice ed è in questo spazio che tutto questo disagio nasce,prolifera e si sviluppa e se non si riesce ad accorciare le distanze,a stringerla questa forbice,prevedo che in futuro andrà sempre peggio.C’è bisogno dunque di una grande e nuova collaborazione scuola-famiglia,con incontri dedicati allo scopo al limite anche obbligatori,in modo da monitorare meglio le situazioni a rischio riuscendo magari in qualche caso a intervenire in tempo.Certo rimane sempre la giustizia che entra in funzione quando deve ma anche se molto severa rischia di non risolvere alla radice il problema,un po’ come l’air-bag che scatta quando è troppo tardi cioè a incidente ormai avvenuto. (23/10/2019)
La solitudine dell’anima
Anche se la notizia è gradualmente scomparsa dai TG e dai giornali si continua a riflettere sulla vicenda di Andrea Zamperoni,lo chef lodigiano morto a New York in circostanze documentate ma non del tutto chiarite.La domanda da porsi rimane sempre la stessa e cioè cosa ha spinto un ragazzo giovane e apparentemente senza problemi a frequentare una figura femminile oscura come quella all’interno di quell’albergo malfamato,luogo di passaggio di personaggi dediti alla droga e alla prostituzione,per ricercare chissà che cosa,sicuramente poteva farne anche ampiamente a meno.In prima analisi perché evidentemente questo ragazzo,se ciò che ci hanno raccontato è vero,aveva sicuramente qualcosa che gli mancava qualcosa che pensava di poter comprare con i soldi,qualcosa da provare anche solo una volta nella vita con il falso pensiero di avere in mano la situazione e di poter smettere in un qualsiasi momento.Per una persona come me che per sua natura ha timore anche della propria ombra rimane impensabile finire sotto le grinfie di una infima prostituta,in un posto triste come quello,dove anche se gira tutto per il verso giusto c’è il rischio di venire ripuliti di quello che in quel momento possiamo offrire,orologio,cellulare,soldi e gioielli vari.Quindi ci deve essere certamente qualcosa di più profondo e questa cosa probabilmente si chiama “solitudine”.Puoi essere un responsabile ad alto livello di un ristorante importante,puoi guadagnare bene e puoi anche non avere problemi fisici evidenti che ti limitano la vita ma se ti senti solo e abbandonato dal mondo,un essere insignificante e poco attraente,imbranato e forse poco adatto a stare assieme ad una donna,ecco che l’intera tua vita è costantemente messa in discussione.Bisogna essere forti e piuttosto solidi per sopravvivere al mondo d’oggi con i social che mitizzano e valorizzano l’apparenza,sempre in cima i migliori e i più bravi,con le televisioni che fortificano e premiano comunque i belli e i vincenti,lasciando così alle persone normali soltanto le briciole.Bisogna reagire fortemente alla solitudine creandosi delle passioni a cui dedicarsi,coltivando le giuste e misurate amicizie e pensando che comunque vada è sempre meglio stare un po’ da soli che andare verso il rischio e il pericolo,non ne vale assolutamente la pena.Ma per la solitudine più maligna quella dell’”anima” anche tutto questo può non bastare.Serve un profondo convincimento interiore e personale sul fatto che una persona importante e di valore non può assolutamente rischiare il noto per l’ignoto anche e soprattutto per il fatto che il mondo e se non altro un gran numero di persone hanno bisogno di lui,del suo lavoro,della sua competenza,insomma che esista la sua figura,in maniera che la salute e lo stare bene di lui stesso possa riversarsi anche sugli altri.Purtroppo a differenza della maggioranza delle persone e con un grande dispiacere personale,Andrea non l’ha capito o non se ne è reso conto,insomma per farla breve non ce l’ha fatta. (21/9/2019)
Avvisi mediatici
Chissà se altri avvisi di garanzia arriveranno da qui alle prossime elezioni europee e l’ultima indagine sul sottosegretario della Lega,inquisito per una probabile mazzetta atta a favorire un esponente mafioso operante in Sicilia nel settore eolico,rischia di non rimanere l’unica,proprio per l’avvicinarsi della “sentita” scadenza elettorale.Purtroppo per i nostri amati giudici il più delle volte la vicenda finisce a “tarallucci e vino” non essendoci gli estremi per il rinvio a giudizio ma alle persone indagate questa esposizione mediatica,esagerata e amplificata da una stampa malata che sembra non cerchi altro,spesso costa la carriera e il lavoro di una vita intera.Personalmente non do nessuna importanza all’avviso di garanzia,strumento tecnico appunto di garanzia,rivolto all’interessato proprio per avvisarlo che si sta indagando su di lui in modo che possa difendersi e dimostrare la sua innocenza e magari la completa estraneità ai fatti e davvero spero tanto in futuro che questo cinico e inutile modus operandi finisca al più presto.In primis evitando la loro pubblicazione e la loro diffusione successivamente garantire l’incarico alla persona interessata magari invitandolo a restare almeno fino al suo rinvio a giudizio.Si eviterebbero così in sequenza sia lo sputtanamento in diretta del soggetto,già criminale ancor prima che venga interrogato,sia l’uso politico dell’avviso soprattutto a ridosso di appuntamenti elettorali importanti ben sapendo che nella maggioranza dei casi il tutto si rivela una grande bolla di sapone gonfiata ad hoc in quel momento.Tutto il resto è noia direbbe Califano,io invece dico che tutto il resto rimane solo un grande spettacolo mediatico,secondo la cinica logica del “mass-media style”. (19/4/2019)
Torniamo al cinema
Ormai tutti noi sempre più schiavi delle fiction che invadono selvaggiamente i nostri spazi televisivi a deciso svantaggio e soprattutto penalizzando di molto il nostro caro e amato “cinema”.Le serie televisive a puntate,derivazione moderna degli sceneggiati del passato,imperversano a tutte le ore sui palinsesti a pagamento e non,toccando tutti i generi e tutti gli argomenti possibili e immaginabili,negando la possibilità che alcune storie,a volte anche belle e originali,diventino degli ottimi film,impedendo quindi a chi ama questa nobile arte di recarsi al cinema per gustarsi un paio d’ore di vero spettacolo perché certamente in casa potrai essere tranquillo quanto vuoi,avere una cuffia che ti isola dall’ambiente circostante,un mega schermo,ma mai e ripeto mai riuscirai a raggiungere la concentrazione e l’effetto visivo delle immagini che puoi gustarti al cinema.Oltre tutto la diluizione all’infinito della storie crea imbarazzo,una vicenda per quanto bella e affascinante ripartita in molte puntate o addirittura in più stagioni si compara a un buon bicchiere di vino che non può certo migliorare aggiungendo ogni tanto un po’ d’acqua.Il ritorno finanziario della pubblicità,quindi i soliti maledetti soldi,il tenere legati a se gli spettatori per ore,settimane o anni,sfruttando il demand che consente di vedere le puntate a piacimento al giorno d’oggi giustificano sicuramente l’aumento esponenziale di queste operazioni ma il mio appello è rivolto a chi di dovere affinché a poco a poco si rientri nei binari,mantenendo certo uno spazio per le fiction ma privilegiando il lungometraggio,effettuando ogni sforzo necessario atto a far tornare le persone nelle sale evitando di peggiorare ulteriormente la situazione di un settore già oggi piuttosto in difficoltà e costretto ad aspettare “Zalone” per far quadrare i conti.Una bella storia e un buon regista con dei buoni attori corrispondono a un film molto spesso da non perdere,così anche le persone,con un po’ meno fiction a disposizione,saranno in un certo senso stimolate a muoversi per gustarsi il film del momento e i frutti positivi di questo cambiamento certamente non tarderanno ad arrivare e in ultima analisi meglio un film anche in TV che dieci puntate di una storia che potrebbe essere rappresentata senza tanti fronzoli nella classica ora e mezzo o anche due. (22/3/2019)
La truffa mascherata
Si parla tanto in questi tempi della questione pensioni,Fornero si Fornero no,quota 100 si o no,insomma un gran dibattito senza forse riflettere su una questione di fondo che riguarda ogni contratto finanziario di questa natura,il riavere un giorno a rate o in un unica soluzione quello che si è versato nel corso di un periodo di tempo prestabilito a un qualcuno,sia una banca o altro,in questo caso si parla di contributi versati in una vita di lavoro più o meno lunga.Se quello che viene accantonato è di effettiva proprietà del lavoratore,se fosse davvero così,solitamente in ogni operazione di questo tipo viene stabilito in anticipo quanto si versa,si definiscono i tempi,ad esempio dieci,venti o trenta anni,e alla scadenza si decide cosa fare,optare per la restituzione del capitale versato maggiorato degli interessi o per una rendita vitalizia,in questo caso ecco la famosa “pensione”.Nel sistema attuale non risulta però affatto chiara nè la scadenza cioè quando puoi chiedere indietro a rate il versato,essa cambia a ogni governo,nè la possibilità,dopo un tempo determinato in anticipo,di farsi fare il conto e essere liberi di accontentarsi anche della cifra che uscirà dal conteggio,rispettosa sempre e comunque dei versamenti effettuati.I soldi dovrebbero esserci,si attingerebbe al proprio tesoretto che in anni di oculata gestione sicuramente ha aumentato il suo valore e il restituirlo a rate non dovrebbe essere un problema come invece sembra che sia.Invece si scopre che i soldi non ci sono,si continua a ripetere che il sistema è a rischio e che bisogna allungare sempre più i tempi per usufruire della prestazione,senza un motivo reale a meno che non si faccia riferimento al titolo,ammetto un po’ forte,di questo articolo.Guardando al futuro e chiudendola qui,altrimenti al sottoscritto viene il nervoso e non credo solo a me,auspico per il domani una vera e propria riforma che renda il sistema libero e flessibile di poter conteggiare il lavoratore in un qualsiasi momento magari stabilendo una scadenza minima di risoluzione del contratto per offrire la necessaria garanzia all’altra parte.Starebbe poi al lavoratore decidere se fermarsi o andare avanti,verso scadenze successive,continuando così a lavorare e a versare i contributi.Concludendo basterebbe pensare che a ogni lavoratore corrisponda una piccola cassaforte con i propri soldi versati al suo interno,ma mi sa tanto che non sia stato e non sia affatto così e mi chiedo a che cosa sono serviti i miei trentacinque anni di contributi,probabilmente a tappare qualche buco o per accontentare qualche categoria diciamo un po’ più privilegiata della mia. (10/10/2018)
Il silenzio necessario
In questi ultimi giorni la mia attenzione si è spostata verso un’intervista al professore Vittorino Andreoli,famoso psichiatra e scrittore,che presentando il suo ultimo libro “Il silenzio delle pietre” coglie l’occasione per parlare di molti argomenti,alcuni devo dire attualissimi e in qualche modo a me molto cari.Innanzitutto il silenzio vero tema del suo scritto in cui oggi evidenzia la condizione di ognuno di noi costretti al rumore,alle troppe parole,agli infiniti messaggi che ci bombardano ogni giorno per non dire ogni ora.L’elogio della solitudine mi trova d’accordo in quanto condizione indispensabile per potersi rigenerare,per poter ancora pensare,per far rinascere la fantasia,oggi secondo lui morta e sepolta.In effetti oggi per l’essere connessi ventiquattro ore al giorno,in maniera attiva o passiva,poco tempo rimane per riflettere e agire,siamo solo dei banali recettori e tutto ciò non può che essere altamente negativo.Poi l’attenzione si sposta sul recente scandalo di Facebook che secondo l’intervistato andrebbe chiuso se non altro per aver tradito la fiducia di tutti in quanto dopo l’iscrizione gratuita scopri che dietro le quinte c’è un commercio vero e proprio di dati e numeri che fa impressione.La questione si sposta anche sulle fondamenta del social cioè che la persona esageratamente socializzata è privata della scoperta dell’altro,conosciamo molto e forse troppo dell’altro ancor prima di stringergli una mano,rinunciando al fascino della scoperta e alla magia dei primi incontri,ma solo così ci possiamo realizzare come esseri umani invece di assoggettarsi al volere della digitalizzazione.Il dottore rincara poi la dose affermando che i social hanno prosperato così tanto per un bisogno di esistere di figure già in parte morte e che sono fattore di compensazione per le persone frustrate,con centinaia di amici all’attivo si pensa quindi di avere un piccolo potere e di essere importanti,poi tutto inevitabilmente crolla sotto i colpi della cruda realtà,in quanto vivendo in una società di apparenze le aspettative reali spesso deludono molto.Un altro aspetto che mi trova d’accordo con Andreoli riguarda gli eroi del male in tutte le salse proposti in TV e a questo riguardo cito un mio vecchio passaggio ”Gomorra e i suoi fratelli” in cui ritenevo che il crimine a tutti i costi così esasperato e in quegli orari di fascia protetta resta un errore,il male di per se ha sempre un suo fascino che trova terreno fertile in tutte quelle persone che non riescono a realizzarsi nella normalità,soprattutto i giovani che spesso data l’età non riescono sempre a distinguere il virtuale dal reale,amando o peggio idealizzando molto di più l’eroe negativo.A seguire un internet poco controllato e videogiochi a sfondo sessuale hanno completato l’opera attribuendo a tutto questo panorama gran parte della responsabilità della violenza giovanile di oggi.C’è poi infine la definizione dell’essere normale oggigiorno fuori contesto in quanto normalità per definizione equivale a equilibrio,coerenza,onestà,regole e oggi c’è la sensazione che nessuno ami essere normale perché i normali sono considerati noiosi e in questo contesto storico tutti vogliono stupire con effetti speciali,insomma come dice la canzone di Cremonini nessuno vuole essere Robin.Oltre che trovarmi d’accordo con tutte le risposte che il professore rilascia nella suddetta intervista l’ultima considerazione riguarda un particolare sul suo ultimo libro cioè averlo immaginato nel futuro,come un piccolo stratagemma per poter esasperare certe condizioni del presente,un po’ come fece Orwell nel ’49 quando scrisse “1984” e questo mi ha riportato immediatamente al mio “Futura infedeltà” ambientato nel 2180,direi questa la ciliegina sulla torta sul mio pensiero spesso controcorrente che oggi ha trovato una sponda importante,non potevo aspirare davvero a qualcosa di meglio. (8/4/2018)
Una città velata
Rientrando da un tour di Napoli e dintorni era forte la curiosità di rivedere la città attraverso gli occhi di un ottimo regista come Ferzan Ozpetek il quale ha ambientato il suo nuovo film proprio nella località del famoso “Cristo Velato”,opera di per se straordinaria e chi ha avuto la possibilità di visitarla può sicuramente darmi ragione,non credo esista niente di simile al mondo.Il trailer del film mi aveva intrigato,una vicenda misteriosa,un incontro d’amore,una passione travolgente,uno strano omicidio,insomma tutti ingredienti necessari per un buon film,con la quasi totalità delle recensioni negative che hanno però aumentato il mio desiderio di vederlo e come spesso succede non ho sbagliato a fidarmi di me stesso.”Napoli Velata” è un bellissimo film,dove si vede ciò che si deve vedere e si capisce solo quello che la città vuole farti capire,niente di più e niente di meno.Dopo un bellissimo inizio con la rappresentazione di un rito tipico della zona,presumibilmente alle pendici del Vesuvio forse Torre del Greco, “La Figliata dei Femminielli” una sorta di iniziazione dell’effemminato,solitamente l’ultimo dei figli maschi,il cocco di mamma che nel tempo ha scoperto la sua vera natura,simulante il travaglio di un parto e contornato da una serie di soggetti che presi dal vissuto momento si immedesimano così tanto da far apparire l’evento come reale,in seguito l’incontro in questo luogo tra due persone che si piacciono,si amano appassionatamente la notte stessa e si danno appuntamento il giorno seguente proprio nella sezione del “Museo Archeologico di Napoli” dedicata alla sessualità,quel “Gabinetto Segreto” custode di piccanti rivelazioni ma la loro storia è destinata a interrompersi perché l’uomo,un convincente Alessandro Borghi,non si presenta,verrà trovato ucciso in maniera violenta e sarà la stessa donna,una patologa,la bravissima Giuliana Mezzogiorno,nel corso dell’autopsia a scoprirne per prima la sua identità.La delusione e il dispiacere oltre alla voglia di capirne di più sarà per lei così forte a tal punto da aver bisogno di cancellare e rimuovere un antico segreto del suo passato di bambina prima di risollevarsi e rinascere a nuova vita.Il mistero dell’omicidio così assume un’importanza secondaria,non serve sapere il nome dell’assassino,arrivando alla logica conclusione che non una o più persone ha ucciso l’uomo ma tutta la città intera perché probabilmente secondo la sua ferrea logica forse se lo meritava avendo compiuto un pesante sgarro.Serve ricordare che Napoli è una città che nella storia ne ha passate di tutti i colori,in tanti l’hanno invasa depredata,saccheggiata e illusa con la promessa di un futuro migliore alla fine mai arrivato,così che col tempo si è formata degli anticorpi che entrano in azione di fronte alle promesse mancate,di qualsiasi natura esse siano,la città nella sua propria interezza e mentalità reagisce a certi comportamenti,indipendentemente che sia giusto o sbagliato.Tornando al film oltre a una bella fotografia lo sguardo va anche al resto del cast di ottima qualità,quasi tutto al femminile,così come resta al femminile tutto il mistero che ruota attorno alla vicenda.E’ la madre che uccide e si suicida ed è la zia custode di questo passato segreto riguardante la bambina Mezzogiorno e sono due le donne che complici l’una con l’altra,si esibiscono in una sorta di legame indissolubile proprio con quella maschera incriminata,oggetto del contendere.Il finale girato proprio nella “Cappella di Sansevero” luogo del “Cristo Velato” rappresenta la definitiva chiave di lettura del film e dell’intera città,come se si dovesse conoscere solo una parte della verità e come se ci fosse sempre e comunque un velo che impedisce l’assoluta trasparenza di quello che si insegue.Alla fine la stessa protagonista quel finale potrebbe non averlo mai vissuto e questo chiude tutte le porte nell’insistere a ricercare come sono andate davvero le cose,la città con i suoi già citati anticorpi non lo permetterebbe mai. (7/1/2018)
Vite spericolate
Fa riflettere la vicenda dell’attore Domenico Diele,assuefatto agli stupefacenti da anni,che messosi alla guida di un auto senza assicurazione,con la patente ritirata da tempo e con la complicità del cellulare ha provocato un tamponamento con la conseguente morte di una donna.Un fatto drammatico che fa pensare a quanto poco valore danno alla vita persone apparentemente fortunate e/o facenti parte del mondo dello spettacolo,ma c’è da dire che allargando lo sguardo quante altre celebrità più o meno nelle stesse condizioni di dipendenza potevano essere causa di una cosa simile solo che per destino o per fortuna ciò non è successo quindi apparentemente sono salve e benedette.Il primo personaggio che mi viene in mente è Vasco Rossi e chissà quante volte in gioventù ubriaco o sotto effetto di droghe varie,anche arrestato in passato per questo motivo,poteva essere al posto di Diele perché un qualcosa in una sera qualunque andava storto.Alla fine della fiera la morale sbagliata che rimane è che se va tutto liscio sei un divo maledetto,un mito,una figura da imitare,insomma un giusto e se succede l’irreparabile sei da pena di morte.La verità è che la cosiddetta mitica “vita spericolata” non è mai cosa buona e giusta in ogni caso,quindi per cortesia evitare caldamente di stracciarsi le vesti per l’uno o per l’altro perché se alcuni di loro sono ancora al loro posto,immacolati e osannati a influenzare generazioni di ragazzi e pure di adulti,cioè se nonostante tutto quello che hanno combinato in gioventù tutto è scivolato senza incidenti e senza danni irreparabili non sono certamente da catalogare come più furbi,più bravi o più intelligenti degli altri ma solo e semplicemente più fortunati. (7/7/2017)
L’ora dell’amore
Dopo numerosi fatti di cronaca riguardanti ancora donne uccise non si può che farsi prendere dallo sconforto e chiedersi come tutto questo sia possibile.La violenza sulla donna viene da lontano essendo stata considerata nel passato un essere inferiore e al servizio dell’uomo e per questo passibile di violenze verbali,psicologiche e in ultima analisi anche fisiche di ogni tipo e natura,ma col passare degli anni tanto è cambiato,la donna ha acquisito sempre più consapevolezza nelle proprie capacità,maggiore forza,piano piano si è allineata al suo simile e in alcuni casi come bravura perfino superandolo.Qui si inserisce quello che sta accadendo oggi perché è un dato di fatto che l’uomo abituato a primeggiare non riesce a vivere con tranquillità tale uguaglianza e/o superiorità e reagisce nel peggiore dei modi.Il fenomeno si sviluppa soprattutto in ottica sentimentale ed è chiara la non accettazione da parte dell’uomo del fatto che la sua metà decida di lasciarlo e scegliere un’altra persona.Purtroppo nel breve non esistono soluzioni,se non applicare rigorosamente la legge nel senso di incarcerare e buttare via la chiave quando viene arrestato un colpevole di tali fatti,ma si potrebbe fare tanto nel medio e lungo periodo ripartendo dalle scuole,almeno dalle medie,dagli stessi adolescenti che iniziano proprio in quel periodo a relazionarsi con l’altro sesso e insegnare loro più che l’aspetto tecnico e fisico dell’amore,credo fin troppo conosciuto,quello psicologico e cioè formare dentro di loro quegli anticorpi necessari che gli consentano di accettare la perdita,la sconfitta,la delusione insomma lo smacco di vedere il proprio innamorato tra le braccia di un altro non essendo egli stesso una proprietà da gestire a proprio piacimento.A scuola la soluzione si potrebbe chiamare “L’ora dell’Amore” dove una persona esperta,uno psicologo o altro preposto allo scopo,magari una volta a settimana,spieghi come comportarsi con l’altro sesso e come rispettare il proprio simile nei suoi desideri e nella sua volontà e questo certamente vale sia per il maschio che per la femmina perché anche la donna deve imparare a gestire le emozioni e a non insistere in comportamenti talvolta umilianti o troppo espliciti,soprattutto ad abbandonare velocemente chi è troppo geloso o possessivo e di conseguenza denunciarlo prontamente,alcune nature difficilmente cambiano nel tempo anche se col cuore in mano lo promettono.Ripartendo dai giovani si può sperare col tempo di invertire la tendenza per chiarire il concetto che la persona che ti lascia ha il diritto di rivendicare questa scelta ma,diciamocelo francamente,alla fine possiamo anche convincerci tutti noi uomini e donne che la stessa può anche non essere la figura giusta e allora in questo caso diventa una liberazione,una fortuna,di conseguenza un’occasione da prendere al volo. (14/6/2016)
Gomorra e i suoi fratelli
Qualche giorno fa l’occhio si soffermava su un sondaggio on line,effettuato da un famoso quotidiano,che chiedeva ai propri lettori di identificare la pericolosità o meno delle varie fiction,di mafia,di camorra o comunque basate sulla visualizzazione della violenza come elemento principale con un particolare riferimento a “Gomorra”,la cui seconda stagione è recentemente iniziata su Sky e pur non avendo visto la prima credo di aver ben presente ciò di cui stiamo parlando,una serie di vicende ispirate al famoso libro di Saviano e al film altrettanto premiato di Garrone.Beh che dire…se devo esprimere un mio parere credo che produzioni simili sono accettabili al cinema,sotto forma di lungometraggio,dove resta comunque la scelta assieme alla volontà di vedere un determinato spettacolo e giudicarlo per quello che è,differentemente dalla televisione,specialmente in certi orari,dove questi prodotti li ritengo pericolosi,inutili e non adatti al grande pubblico che in questo caso può comprendere anche minori,alla faccia del “parental control”,o persone non preparate alla visione di tale violenza.Intendiamoci non è censura la mia ma un pensiero personale di buon senso perché credo che le fiction di oggi a differenza dei prodotti del passato tendono a esasperare la violenza,a estremizzare e mitizzare i personaggi,facendone quasi degli esempi di vita e non è importante se alcuni di loro nella storia poi finiranno arrestati o anche ammazzati,troppo forte potrebbe essere per alcuni,soprattutto in contesti degradati,la volontà di ripeterne i fasti.Vivere da leoni momenti della propria vita anche se ciò non durerà e l’identificarsi con i potenti boss del momento,il loro potere,i loro soldi,le loro donne,fa parecchio gola e davvero poco vale il rischio di non raccontarla.Per la mia opinione uccisioni,torture,droga,prostituzione e tantissimi soldi guadagnati velocemente con il crimine,almeno così serviti su un piatto d’argento,non servono alla nostra gioventù in un epoca come la nostra,parecchio complicata,dove sembra molto più facile approvare quei percorsi piuttosto che vivere e lottare onestamente da mediocri per il sacrosanto principio del rispetto delle leggi. (31/5/2016)
Paesi difficili
Se penso agli ultimi momenti di vita di Giulio Regeni,giovane fantomatico ricercatore,studioso e amante dei paesi arabi,in Egitto esattamente non si sa a fare cosa e sarebbe interessante in questo senso esplorare la fonte britannica origine del suo soggiorno in quel paese,mi vengono i brividi.Prelevato mentre si recava a una cena,condotto in un appartamento e interrogato sulla sua misteriosa e presunta attività,infine pestato e torturato per carpirgli chissà quali rivelazioni o segreti,probabilmente scambiato per una spia o qualcosa di simile.Certo un ragazzo giovane che parla benissimo l’arabo,che partecipa a riunioni sindacali a favore dell’opposizione e che scrive articoli di giornale sotto pseudonimo può creare qualche sospetto da parte degli apparati governativi,ampiamente totalitari,come sono quelli dell’Egitto.Purtroppo certi paesi non conoscono o non applicano la democrazia come la intendiamo noi occidentali quindi qualsiasi diritto che puoi avere o qualsiasi ragione che hai da far valere non vale niente perché dall’altra parte non c’è la volontà di capire ma solo quella di giustificare quello che loro già pensano e sono convinti che sia.In certi paesi quando si mettono in testa una cosa è finita,non c’è speranza di cavarsela,sia che uno confessi sia che uno faccia scena muta e il tutto può a volte sfuggire di mano,in questo caso la sorte dell’ostaggio è segnata.Non stiamo qui a sindacare se era giusto o sbagliato quello che faceva Regeni,tanti giovani come lui partono da casa e svolgono attività all’estero mossi dai più larghi e nobili ideali,quali i diritti civili,la libertà,la giustizia sociale,lavorando spesso con le diverse fazioni in attività,ma in questi casi i rischi sono notevoli e spesso non vengono percepiti nella loro esatta gravità.Basterebbe visitarle con sufficiente occhio critico certe nazioni per capire che a parte fare il turista,sempre prudente e tranquillo,tutto il resto è una grande e pericolosa incognita,c’è il reale pericolo di essere fraintesi e rischiare di fare una brutta fine come è successo a questo povero ragazzo.Intendiamoci non solo l’Egitto è un paese a rischio ma anche quasi tutti gli altri paesi arabi,i paesi sudamericani,gli asiatici in genere pensando alla vicenda indiana dei Marò,la stessa Cina dove se credi di andare controcorrente ti arrestano e alla faccia dei diritti democratici in un modo o nell’altro ti fanno capire che tutto ciò che stai facendo non è gradito sperando solo che la soluzione finale scelta sia la meno invasiva possibile,purtroppo nel caso di questo nostro connazionale è stata la più estrema. (13/2/2016)
Il dilemma del perdono
Quante volte leggiamo o ascoltiamo di un fatto di cronaca molto grave,dove una o più persone perdono la vita o ne escono molto sacrificate per colpa grave,dolo o volontarietà di chi lo commette.Cosa pensiamo allora,ci lasciamo andare a comportamenti discutibili come immaginare una vendetta magari divina o ascoltiamo la nostra religione che ci parla del perdono?Già il perdono,questo straordinario strumento che nella nostra religione consente al pentito “sincero” di uscirne assolto qualunque sia il fatto commesso ma alla fine dei giochi siamo sicuri che sarà veramente così?La nostra realtà cristiana in quel senso è abbastanza morbida mentre altre religioni o filosofie sono un po’ più rigide,c’è quella che prevede che il danno venga comunque in ogni caso riparato e non solo da una sentenza e c’è quella che prevede ci si faccia carico del fardello dei peccati per tutta la vita e solo il compimento di buone azioni andranno a diminuire nel tempo il suo peso.Ma su un punto però tutti concordano,solo Dio o chi per lui è libero di assolvere e purtroppo fino al giudizio finale non c’è nulla di definitivo.Francamente credo che il perdono non sia di questo mondo e che non spetti a noi esseri umani elargirlo a destra e a manca,anche se talvolta questo ci permette di apparire buoni e essere in pace con noi stessi.Di fronte a un fatto grave che ci è capitato,appurata la reale colpa e/o la volontarietà e fermo restando che la giustizia terrena deve fare il suo corso,bisognerebbe riflettere che la nostra vita non è un gioco,dobbiamo pensare che quel fatto è toccato a noi e non a qualcun altro,in maniera da accettare comunque quello che ci è destinato,probabimente da una volontà superiore anche se talvolta rimane difficile da mandar giù.Ci sarà comunque un sole invisibile,un Essere Supremo che al di là del giudizio degli uomini,perdonerà o condannerà e questa volta lo sarà per sempre.Noi piccoli esseri chiamati uomini non abbiamo né le caratteristiche né la possibilità di farlo anche perché quello che ci succede sulla terra dura al massimo qualche decina di anni,se confrontato all’eternità resta un granello di sabbia in una spiaggia. (10/8/2015)
Panche semivuote
Come frequentatore della messa settimanale non riesco a non vedere quanto negli ultimi anni sia diminuito il numero di presenze,una disaffezione progressiva che piano piano ha eroso la platea complessiva dei fedeli e allo stato attuale delle cose merita alcune riflessioni.Innanzitutto non si può non fare caso al fatto che,come è successo alla politica,anche la chiesa stessa si è allontanata dalle persone e questo per lo più grazie ai vari scandali riguardanti sia i soldi che le persone,disamorando così all’ennesima potenza i suoi sostenitori.Pedofilia e Ior sono due tumori per la chiesa che ancora oggi non sono stati curati al meglio avendo al momento non molte possibilità di guarigione.Se poi si parla di immigrazione,con le sue infinite possibilità,non mi risulta che la stessa contribuisca in modo importante alla sistemazione e al sostentamento di queste persone,di fatto quindi delegando lo Stato a questo compito spesso motivo di scandali finanziari come i recenti fatti riguardanti associazioni che hanno lucrato vergognosamente su ogni migrante.Se si parla di omosessualità si alzano le barricate e nonostante le ultime aperture del nuovo pontefice siamo ancora allo stato di fatto in cui si vedono queste figure come lebbrosi,senza rendersi conto che ormai il tema è sdoganato,irreversibile e progressivo come ci dimostrano gli altri paesi europei e lo stesso discorso vale per i divorziati visti malissimo e privati di sacramenti in quanto in parte scomunicati.Si predica poi l’integrazione ma non ci si arrabbia più di tanto se i crocifissi finiscono nel cestino ma così la rassegnazione è totale,provare per credere a fare la stessa cosa con gli islamici a casa loro,non si capisce dunque perché si alza la voce per alcuni argomenti e non per altri,se non altro per difendere almeno un po’ di quello che rappresentiamo da sempre come cristianità.Inoltre è largamente riconosciuta la reticenza a cui si va incontro quando si cercano risposte sui fatti di cronaca del nostro passato,come il caso Orlandi o Calvi per esempio,compreso tutto il mai chiarito che si cerca di approfondire tipico del ”Vaticano style”.Solo questo basterebbe a capire che senza chiarezza,trasparenza,verità non c’è futuro purtroppo neppure per la Chiesa e se ancora tutti gli affezionati alle funzioni non sono andati perduti questo si deve alla potenza della fede che ormai per la maggioranza dei casi bypassa le persone e in parte le istituzioni religiose,valorizzando momenti di riflessione personali al di là delle scritture e dell’edificio stesso.L’ultima osservazione va al nuovo pontefice che,rammentando le parole di De Andrè ne “La Guerra di Piero”,era partito per fare la guerra,promettendo riforme epocali,ma che poi si è ritrovato a fare i conti con la cruda realtà di un sistema poco incline ai cambiamenti soprattutto se il punto di arrivo deve essere una chiesa povera per i poveri e non vorrei che il nostro pontefice finisse come Bersani che volendo smacchiare il giaguaro non prese neppure un Grillo. (31/5/2015)
Nero a meta’
Se ne è andato anche Pino Daniele,cantautore amato della mia gioventù,autore del bellissimo album d’esordio “Terra Mia” del 1977 che precedette di tre anni il disco della sua consacrazione quel “Nero a Metà” che resta il suo maggior successo.Allora mi incuriosì tantissimo questo personaggio che cantava in napoletano ma che aveva un sound e un ritmo che poco aveva a che fare con la tradizione partenopea,coadiuvato da ottimi musicisti quali Avitabile,De Piscopo,Amoruso e Senese iniziando la sua carriera con un disco fresco,attuale,giovane che per la prima volta univa l’anima napoletana con il blues,entrambi certamente nel DNA del cantautore,brani come “Na Tazzulella ‘e Cafè” e “Napule è” rimasero nella mente di tutti noi ma fu soprattutto con il secondo che rimase nella storia,un ritratto della sua città,vero,sincero,crudo,reale,come solo un vero napoletano,uno che ama la sua terra può fare,ciò che non è concesso a chi è di passaggio.Alla luce odierna si capisce tutto l’affetto di Pino per Napoli ma anche la rassegnazione di un nativo nel capire che probabilmente questo posto non cambierà mai,rimarrà sempre legato alle sue paure,alla sua natura di lasciar fare al prossimo giorno che verrà.La conferma del successivo album intitolato col suo nome,due anni più tardi,nulla aggiunse al precedente,solita freschezza e una serie di ottimi brani tra cui spiccava “Je So’ Pazzo” e la splendida “Je Sto Vicino a Te” che tanto ho ascoltato in quegli anni,una canzone d’amore incondizionato,seppure con le difficoltà che una coppia deve affrontare ogni giorno.Arriva dunque nel 1980 il grande miracolo quando sembrava che il cantautore avesse già detto quasi tutto,quel ”Nero a Metà” che spiazzò tutti per la sua completezza,per il sound ancora più internazionale,per l’intensità e le emozioni che regalava ascoltandolo.Inutile rammentare i singoli brani,il disco era nel suo insieme molto bello,la sua vena creativa in questo disco era inesauribile,un vero e proprio capolavoro.Gli album successivi,la colonne sonora “Quando” per il film di Troisi,i concerti dal vivo,l’enorme umiltà e generosità del personaggio non hanno fatto altro che accrescere la sua fama anche a livello internazionale con le tantissime collaborazioni in giro per il mondo e gli innumerevoli duetti con i più grandi artisti come Eric Clapton giusto per fare un esempio.Rimane l’amarezza per aver perso un artista che ha saputo uscire alla grande dai suoi stretti confini e dai binari che la vita gli aveva indicato e che ha passato tutta la sua vita a studiare il suo amore,la chitarra,riuscendo a internazionalizzare una terra da sempre confinata alla canzone popolare e tradizionale con scarse possibilità di evoluzione.Oggi forse si capisce qualcosa in più del suo essere napoletano comprendendo che “Nero a metà” non era solo dedicato a Mario Musella,un amico musicista definito così per il padre americano e la madre napoletana,ma anche soprattutto a lui stesso.Soffrendo forse troppo per i disagi della sua città,avendo vissuto una gioventù a contatto con quei problemi e capendo di non poterla cambiare,la metà di lui non era più di quel luogo ma proiettata verso lidi e orizzonti più lontani. (6/1/2015)
Non sono eroi
Non lo sono i cooperanti umanitari che in maniera incauta e sotto la bandiera di fantomatiche associazioni umanitarie rischiano di farsi sequestrare per motivi economici,da sempre una delle fonti di finanziamento dei terroristi,non lo sono i giornalisti che per qualche bramosia personale scelgono di stare in prima linea rischiando quello che neanche si immaginano e non lo sono tutti quelli che non hanno niente a che fare con le guerre e che dovrebbero starne alla larga facendo operare solo persone preposte,preparate e autorizzate a rimanere in quei luoghi pericolosi.Non so a voi,sarò anche diventato insensibile,ma a me non importa proprio più nulla di vedere scene di guerra in diretta o avere sempre il collegamento in tempo reale con le zone dei bombardamenti,fase terminale di un giornalismo malato,schizofrenico e assurdo,sempre dentro la notizia a tutti i costi per poi assistere a dei bei funerali,magari in diretta TV,oppure al rientro in patria di persone rapite con tanto di politici all’aeroporto ad attenderli,dopo chissà quale trattativa da tenere rigorosamente all’oscuro della popolazione perché probabilmente qualcuno si potrebbe anche imbufalire.Purtroppo,ripeto purtroppo,la guerra è guerra,non ne esiste una tecnologica o intelligente,anzi paradossalmente tutto ciò ha anche peggiorato la situazione creando dispute che non finiscono mai perché oggi la regola è fare guerre mirate e non risolutive una volta per tutte altrimenti il mondo non lo accetterebbe.Al contrario il mondo stesso si dovrebbe ribellare a conflitti infiniti dove si muore tutti i giorni per anni e non solo in un periodo definito.Non finirò di ripetere di lasciare le guerre ai soldati,i commenti e le notizie ai responsabili autorizzati dei relativi governi e infine per il bene da fare in certi luoghi consiglio di alzare la testa e dare un occhiata in casa nostra e guardarsi attorno per capire che c’è talmente tanto di quel bene da fare qui che è veramente superfluo usare il passaporto lasciandolo magari nel cassetto per usarlo nei viaggi di piacere indirizzati verso zone più tranquille. (25/8/2014)
Magistratura in Val Padana
Certo quando ascoltiamo o leggiamo che una persona condannata in primo grado a diversi anni di carcere viene assolta in appello con formula piena,pur riconoscendo che i gradi di giudizio ci sono proprio per questo,qualche dubbio inevitabilmente ci assale.Non credo possibile che un analisi più attenta del caso e dell’eventuale reato possa portare alla conclusione che si è scherzato,che è stato un errore applicando la formula dei famosi tarallucci innaffiati da un buon vino.Ricordiamo che i processi costano e che i soldi sono di tutti ma soprattutto che si gioca con l’esistenza delle persone,considerato che tra il primo grado e l’appello si sono già rovinati la vita,poche le speranze di redenzione,vista l’attitudine a considerare già colpevole un individuo che ha ricevuto solo un semplice avviso di garanzia e vista la lunghezza dei procedimenti giudiziari.Perlomeno limitiamo i danni e prima del rinvio a giudizio riflettiamo seriamente nel valutare bene se esiste un reato oppure no,se è il caso di proseguire o se liberare subito dal problema la persona incriminata e farla finita lì.Oltre tutto nei casi nazionali abbiamo anche la stampa e la televisione che ci marciano ed è grande la loro responsabilità quando si affibbiano cartellini di colpevolezza anticipata a persone politicamente di pensiero opposto,senza riflettere che un conto è la simpatia e la lotta politica e un conto è se davvero una persona può essere considerata realmente colpevole.Per questo la magistratura va aggiornata,non sarà facile e la resistenza sarà elevata,perché quello che succede oggi domani non succeda più,introducendo magari anche un minimo di responsabilità in modo che chi deve giudicare lo faccia con maggiore coscienza e più consapevolezza.Sono forse maturi i tempi in cui un vento nuovo possa spazzare via la nebbia che oggi avvolge i cervelli e le menti di una certa magistratura evitando di metterla in condizione di esprimere giudizi e sentenze anticipate che spesso anche un profano capirebbe piuttosto premature e troppo frettolose. (2/8/2014)
Cadaveri e puttane
In un celebre film del 1997,”L.A.Confidential” uno dei miei preferiti,una delle battute più simpatiche arriva quando un occhialuto tenente,impersonato da Guy Pearce,imponeva al sergente con cui collaborava,un ottimo Kevin Spacey,di andare a visionare un cadavere all’obitorio,mentre lui sarebbe andato a trovare la bellissima Kim Basinger,nel film una prostituta di alto livello e a quel punto Kevin sbottava bonariamente lamentandosi che lui andava a cadaveri e il tenente a puttane.Si può trasportare la battuta all’oggi visitando i palazzi della politica e trovandoli ben zeppi di personaggi riferibili alle due categorie sopra elencate.Questi luoghi sono pieni di “cadaveri” e sappiamo quanti politici continuano a fare attività e a essere influenti pur essendo morti politicamente,oltretutto dimenticandosi di cadere per terra,rendendo difficile differenziarli dai veri cadaveri.Sono persone che in quei luoghi non hanno più ragione di esistere ma sono ancora li da 20/30 anni per una serie di motivi che spesso esulano dalle loro capacità professionali,non incidono ormai più di tanto e non si sono resi conto che il vento è cambiato,tanti giovani in gamba stanno affacciandosi alla politica che conta,ma non si rassegnano al loro destino che sarebbe quello di accelerare il rinnovamento del nostro paese passando la mano.Luoghi pieni anche di “puttane” e vediamo quanti politici si danno via per soldi,favori o riconoscimenti vari per loro stessi o per i propri cari.Cambiano spesso casacca,il mitico “gruppo misto”,creando ancora più confusione come se ce ne fosse poca.La loro parola non è mai definitiva e sicura e valutano fino all’ultimo da che parte stare e con chi votare tenendo fede al proprio tornaconto personale più che a quello nazionale.Come le puttane conoscono solo la contropartita su cui trattare e non gli interessa minimamente quello che servirebbe veramente al paese.Ognuno di voi può associare i volti e i nomi a questa o quella categoria,io lo evito per ovvi motivi,ma vi assicuro che il gioco risulta simpatico e basterebbe abolire queste due categorie per ritrovare parzialmente svuotati i palazzi che contano di tutta una serie di figure di cui la nazione farebbe volentieri a meno,un’ottima soluzione per la agognata riduzione dei costi della politica. (22/7/2014)
Rendete a Cesare…
Un tema spinoso e delicato l’immigrazione che ha riguardato in passato anche noi come popolo dove si corre il rischio di uscire dal seminato in un senso o nell’altro ma tutto quello che sta succedendo sulle nostre coste non deve cessare perché siamo razzisti,cattivi o poco disponibili all’accoglienza ma soprattutto perché non è giusto.Non possiamo farci carico di gran parte dei disagi del pianeta,milioni di uomini,donne e bambini spinti dai trafficanti di persone i quali hanno capito che in Italia è tutto comodo,agevole,non perseguibile e di grande profitto,avendo insomma ormai preso le misure alla nostra nazione,manca solo che li andiamo a prendere dall’altra parte e l’operazione “Mare Nostrum” in parte faceva questo,lodevole dal punto di vista umano ma devastante è il messaggio che ne consegue.D’altra parte la logica direbbe che le persone sarebbe meglio aiutarle nei loro luoghi,nel proprio paese,lasciando porte aperte per una più sana immigrazione,quella dedita al lavoro in base al reale bisogno delle nazioni come suggerisce l’esempio tedesco.Ma la realtà tragica di quelle masse di persone che arrivano impone di capire che non tutti troveranno inserimento,non tutti avranno una collocazione nel nostro paese,sarebbe sufficiente farli proseguire nel loro viaggio verso il nord Europa ma anche questo si infrange contro il muro della stessa realtà europea che ci lascia da soli a gestire una cosa più grande di noi.Con il mutare veloce delle situazioni governative lasciano il tempo che trovano anche gli eventuali accordi tra il nostro paese e quelli di origine,non reggono il tempo di una stagione,ci hanno provato più di una volta i molti ministri via via succeduti con scarsi risultati.Tutto ciò si rivela un muro di gomma e quello che è certo e sicuro a questo punto è che serve una concertazione totale tra gli attori in gioco che sono Governo,Europa e Vaticano.Ricordiamo la prima visita del nuovo Papa proprio a Lampedusa ma dopo che è successo?…C’è il loro contributo?…Stanno facendo la loro parte?…Oppure tutto si è fermato a quel giorno dove i buoni propositi hanno lasciato il posto a orecchie da mercante.In sostanza con il sostegno,l’appoggio e l’aiuto di tutti c’è da marcare una linea,una sorta di fine corsa da attuare prima o poi,perché se non è giusto dissuaderli con la forza a non venire qua,come qualcuno in extrema ratio invoca,non è neanche giusto rimanere passivi di fronte a questo spettacolo dove probabilmente a soffrirne non sono solo coloro che sbarcano dalle navi ma soprattutto gli immigrati regolari,già inseriti nel nostro paese,in una lotta tra poveri sempre più evidente. (17/06/2014)
Illusioni nazionali
Alla radio ascoltai qualche giorno fa una voce affermare che sono le illusioni nazionali il vero male dell’Europa e credo che frase migliore non si potesse esprimere.Pensare di fare da soli,avere la propria sovranità monetaria e politica oggi non ha più un senso e soprattutto non ha molto senso per noi Italia che fino dalla fine degli anni settanta siamo stati accreditati come il paese del bengodi,dove allora la vecchia CEE ci rimproverava di non fare fino in fondo il nostro dovere.Con le nuove sfide globali essere fuori dall’euro e senza la protezione europea,per paesi come il nostro,non ci sarebbe scampo in quanto abbiamo ahimè troppo debito accumulato e qualcuno lo deve pur comprare se vogliamo mantenere il nostro status quo.Oggi lo comprano in tanti ma solo perché siamo all’interno di una realtà comunitaria definita sicura mentre ci darebbero zero fiducia se fossimo da soli.Ma anche se come per magia il debito fosse azzerato la convenienza futura resta sempre quella di unificare gli sforzi per costruire definitivamente una realtà purtroppo a oggi ancora incompiuta,in cui ognuno debba fare la propria parte insieme a tutti gli altri.Quindi via libera a un esercito europeo,a una seria unione bancaria,a titoli di debito comuni,i famosi Eurobond e soprattutto a un unico parlamento con la conseguente parziale abolizione dei parlamenti nazionali che tanto costano ma alla fine,tranne che per le vicende locali,concludono anche poco perché sostanzialmente è l’Europa che dà il via libera su tutti i più importanti provvedimenti,specialmente quelli di natura economico-finanziaria.Si tratta di mollare parte della propria sovranità in nome di un qualcosa di più grande per poter affrontare meglio le sfide globali che ci attendono.Conteremo meno ma meglio,lo affermo convinto,per diventare in futuro una realtà europea,rispettabile dunque in tutto il mondo,naturale evoluzione del processo in corso e di tutti i sacrifici che abbiamo fatto fino a oggi. (5/4/2014)
L’Oscar della bellezza
Bastano pochi minuti per capire che siamo di fronte a qualcosa di grande che lascerà il segno con sullo sfondo una città unica al mondo,una serie di personaggi in fuga dalla realtà e i loro momenti di vita falsi e inconsistenti.Si inserisce in tutto questo il protagonista,lo scrittore Jep,con la sua logica,la sua critica,la sua incessante ricerca del senso della vita che,dopo un primo romanzo di successo e poi più niente,ha perso per strada e non ha più ritrovato.Ma Jep non si è smarrito come gli altri,è rimasto coi piedi per terra,single,disinteressato al sesso elemento trainante del suo mondo,è un grande osservatore della grande illusione che lo circonda e in cui lui non si riconosce più.Consapevole di tutto quello che gli accade compie un percorso che lo porterà a ricercare,nel passato della sua gioventù,la forza per sbloccarsi,ripartire e trovare gli stimoli giusti per scrivere ancora,all’interno di un mondo che tende a distruggere più che a costruire e a relegare tutti a ruolo di semplici comparse.La spogliarellista,la santa,il suo impresario,sono tasselli che permettono a Jep di ricostruire il puzzle della propria vita e a reagire a tutto questo squallore che non lascia molte speranze.Resta un gran bello spettacolo “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino uscito nelle sale nel 2013 e meritatamente premiato dall’Academy con l’Oscar.Un opera unica anche se dobbiamo riconoscere manifesto di un mondo distante da noi anni luce,come una quasi fantascienza,dove non ci viene dato mai la possibilità di interagire,di partecipare allo spettacolo come avvenne invece anni fa nella “Dolce Vita” di Fellini,evidentemente i tempi sono davvero cambiati e forse decisamente peggiorati.Il riscatto per noi comuni mortali alla fine del film,salendo a bordo di quella barca che nei titoli di coda non si ferma mai,continua a passare sotto ai ponti,le tappe della nostra esistenza,alla ricerca di quella bellezza che tanti di noi nella propria vita devono ancora trovare. (11/3/2014)
La cultura dello scontro
Inutile dire che ovunque ci si muova,a piedi o in auto,ogni momento è buono per litigare.Il motivo può essere una fila,un passo carrabile,una precedenza dubbia o non data ma il risultato è sempre lo stesso,ci si manda a quel paese e in alcuni casi purtroppo si va anche oltre cercando lo scontro,il contatto fisico,le mani addosso,chissà poi per quale scopo.Che sia l’imporre la propria idea o la propria forza o un eventuale furbesco risarcimento da chiedere poco importa è il comportamento che conta,inutile e sciocco e oggi più che mai anche molto pericoloso.Non sai mai chi puoi trovarti davanti e quando succede la tragedia,creata o subita,non c’è giustificazione a cui puoi appellarti perché la cronaca ci insegna che l’evento in alcuni casi,nato spesso per futili motivi,resta definitivo,segnando la tua vita per sempre.Impariamo dunque ad accettarsi l’un l’altro,a comportarsi meglio,a fare un passo indietro,chiedendo anche scusa se siamo in torto e sarebbe importante riconoscerlo,non ci sono purtroppo altre facili soluzioni per comportamenti che nonostante il nervosismo e la crisi dei nostri tempi non trovano alcuna giustificazione. (25/02/2014)